Bellano (Lecco), 15 novembre 2024 – Frode all’Iva nel settore dei prodotti informatici, grazie a un’associazione per delinquere finalizzata alle frodi fiscali e al riciclaggio, aggravata dal metodo mafioso, i cui contraccolpi sono arrivati fino a Bellano. L’operazione che ha coinvolto gli uffici della Procura Europea di Milano e Palermo, è sfociata ieri in 47 misure cautelari personali, sequestri di beni, valori e denaro per 520 milioni di euro e ricostruite false fatturazioni per 1,3 miliardi di euro.
I provvedimenti restrittivi riguardano indagati ritenuti responsabili, a vario titolo, di associazione per delinquere finalizzata all’evasione dell’Iva intracomunitaria nel commercio di prodotti informatici e al riciclaggio dei relativi profitti, ma anche reati fallimentari. È stato disposto il sequestro preventivo di beni, valori e denaro per oltre 520 milioni di euro, compresi immobiliari riconducibili ad alcune delle società, alcune delle quali figuravano con sede a Bellano.
Tra i destinatari delle misure in carcere sette figurano all’estero: per loro è stato emesso il mandato di arresto europeo, quattro dei quali in Repubblica Ceca, Olanda, Spagna e Bulgaria. Il denaro avrebbe alimentato, come hanno spieato gli investigatori, clan di mafia e camorra “soprattutto in chiave di composizione di conflitti nati all’interno del sodalizio multilivello tra esponenti delle diverse organizzazioni criminali”.