REDAZIONE LECCO

Caccia agli imbrattatori. Scritte con lo spray al monumento ai Caduti

Il raid avvenuto nel fine settimana ai Giardini a lago ha indignato i cittadini. Una telecamera potrebbe aver ripreso i vandali mentre erano in azione.

Caccia agli imbrattatori. Scritte con lo spray al monumento ai Caduti

L’unica notizia positiva, è che una telecamera potrebbe aver ripreso chi ha commesso uno degli imbrattamenti più devastanti ai danni di un edificio storico comasco, il Monumento ai Caduti dei Giardini a lago. Il raid è avvenuto nel fine settimana e al momento si sa poco, se non il risultato eclatante: una quantità di scritte a caratteri cubitali, realizzate con bomboletta spray nera. Parole apparentemente prive di senso, frasi sgrammaticate che circondano, ad altezza d’uomo, l’intero edificio, che era stato pulito di recente.

I primi a denunciare l’accaduto sono stati i volontari dell’associazione Per Como Pulita, da anni impegnati nella rimozione di imbrattamenti in città, che costantemente invitano i cittadini a segnalare situazioni di degrado a cui è necessario porre rimedio.

Ma quanto comparso sul Monumento ai Caduti è di un tale impatto che supera ogni incursione avvenuta finora. Non si sa se chi ha commesso quel danno abbia agito da solo o in gruppo: è però certo che sull’edificio sono puntate le telecamere del Comune, che quasi certamente hanno ripreso l’incursione o chi si è avvicinato nelle ultime ore. Questo potrebbe già essere un grosso passo avanti nell’identificazione dei responsabili, prima di pensare a come rimuovere le numerose scritte, sigle e simboli, anche osceni, comparsi sulle pareti chiare, concentrate soprattutto sulla facciata anteriore, verso i giardini. "No graffiti", "E+E" affiancato da un grosso cuore, unica scritta con vernice rossa, "comunisty", "bat man è stato qui", tutti realizzati con mano malferma e segni imprecisi, di chi è poco abituato a utilizzare bombolette spray e probabilmente ha anche una scarsa conoscenza della grammatica: accenti mancanti, la lettera q al contrario e l’immancabile Hitler evocato accanto alla porta di ingresso.

Ora si attende il recupero e la visione delle immagini delle telecamere, con la consapevolezza che l’ipotesi di reato sarà aggravata dell’aver danneggiato un monumento artistico e storico, opera di grande valore e di appartenenza collettiva, uno dei simboli della città di Como.

Paola Pioppi