DANIELE DE SALVO
Cronaca

Fine dei giochi (di guerra): i giudici spengono i motori ai carri armati usati nei wargames

Bocciato il ricorso presentato dagli appassionati di paintball e softair che a Brugarolo simulavano battaglie da campo con veri mezzi blindati

Gli appassionati di wargames di Apokas associazione sportiva dilettantesca di paintball e softair che a Brugarolo simulavano battaglie da campo

Gli appassionati di wargames di Apokas associazione sportiva dilettantesca di paintball e softair che a Brugarolo simulavano battaglie da campo

MERATE – Game over. Giochi di guerra finiti a Merate. A imporre il definitivo cessate il fuoco sono stati i giudici della Sezione terza del Tar di Milano. Hanno bocciato il ricorso presentato dagli appassionati di wargames di Apokas, associazione sportiva dilettantesca di paintball e softair, che a Brugarolo, nel bel mezzo di un’area agricola, a due passi da un quartiere di villette a schiera, simulavano battaglie da campo ai comandi di carri armati veri, sebbene demilitarizzati.

Lo scorso marzo l’ex sindaco Marco Panzeri, costretto a schierarsi dai residenti della zona e dai consiglieri di minoranza, aveva firmato un’ordinanza per imporre di spegnere i motori di cingolati, mezzi anfibi e lanciamissili perché inquinavano troppo, sollevavano letteralmente un polverone, facevano rumore e devastavano il terreno, e perché l’attività era abusiva, o comunque non autorizzata. Un provvedimento contro il quale era stato presentato il ricorso ora giunto all’epilogo con la sentenza dei giudici del tribunale amministrativo che dovrebbe riportare la pace.

Nella loro lunga sentenza, i magistrati hanno disinnescato punto per punto le giustificazioni presentate dall’avvocato di Davide Corbetta, il legale rappresentante dell’asd Apokas, che, tra le varie sottolineature, ha contestato anche l’esito dei rilievi fonometrici svolti dagli ispettori di Arpa Lombardia, secondo cui “il rumore dei carri armati supera la soglia consentita di 5 decibel”.

“È infondata la censura di manifesta illogicità di un provvedimento che è stato adottato a seguito di valutazione congiunta di diversi aspetti ambientali, acustici e urbanistici, trattandosi di approfondimento, necessario di materie tutte direttamente interessate dalla complessa istruttoria compiuta”, si legge nel verdetto.

Tradotto: le violazioni contestate sono più che accertate. Solo su un punto si sono sbagliati l’ex primo cittadino e i funzionari comunali, ma perché non è stata seguita la procedura corretta per dimostrarla e chiederne il ripristino del terreno. “Il Tribunale Amministrativo Regionale per la Lombardia, definitivamente pronunciando sul ricorso, come in epigrafe proposto, lo respinge parzialmente, accogliendolo soltanto con riferimento alla domanda di annullamento dell’ordine di remissione in pristino”, concludono i giudici. In ogni modo lì, non si potrà più scorrazzare con i carri armati. Gli abitanti hanno vinto, gli appassionati di giochi di guerra hanno perso.