REDAZIONE LECCO

Caso Voss, ora si gioca la carta tedesca

L’azienda non si presenta nemmeno in Regione. Per uscire dall’impasse politici e sindacati pronti a rivolgersi alla casa madre

Migration

L’obiettivo è accelerare i tempi per arrivare a un confronto serio con la proprietà, per difendere il lavoro e la dignità delle 70 persone a rischio licenziamento. Non si ferma il presidio alla Voss di Osnago, azienda di componenti idraulici al centro dell’attenzione mediatica a causa della volontà dei vertici della multinazionale tedesca di chiudere il sito di via Stoppani. Nella mattinata di ieri, martedì, è stata convocata un’audizione in consiglio regionale; ma mentre le organizzazioni sindacali erano presenti, la proprietà ha dato nuovamente forfait.

"È un fatto grave, che dimostra una mancanza di rispetto nei confronti sia dei lavoratori che nell’istituzione regionale che ha mostrato un’attenzione particolare verso la situazione dell’azienda – dichiara il consigliere regionale Mauro Piazza (Forza Italia) –. C’è una precisa volontà di chiusura aziendale, per questo Regione Lombardia è pronta a mettere in campo tutte le azioni per iniziare le interlocuzioni anche con la casa madre tedesca. Allo stesso tempo ritengo sia importante coinvolgere anche il ministero dello Sviluppo economico". Anche Raffaele Straniero, consigliere regionale Pd, si sta occupando della questione.

"Ho chiesto e ottenuto dal presidente di commissione, Gianmarco Senna, di convocare un ulteriore confronto tra Regione Lombardia e Voss già settimana prossima – spiega –. I vertici della compagnia partecipino al confronto e si dimostrino interessati a trovare una soluzione condivisa". Eliana Dell’Acqua (Fim Cisl Monza Brianza Lecco) segue quotidianamente il presidio a Osnago: "L’azienda ha sempre ribadito di voler chiudere l’attività senza impegnarsi per dare continuità all’impresa e neppure attivare gli ammortizzatori sociali per accompagnare la ricollocazione. Vorrebbero che tutti, entro marzo, alla scadenza del blocco sui licenziamenti, accettassero senza colpo ferire la risoluzione del contratto di lavoro. Per noi è inaccettabile". Le fa eco Antonio Guzzi (Fiom Cgil Lecco): "Siamo disponibili a ragionare per cercare di mantenere in vita l’attività".

"Dall’altra parte, invece, stiamo trovando un muro, con cui è impossibile dialogare. Staremo davanti alla fabbrica finché ci saranno le condizioni per aprire un confronto vero, rispettoso delle parti, come deve essere. La cosa che più ci preme è che nessuno rimanga per strada, senza lavoro e tutele". Intanto la Fim nazionale ha inviato una lettera al sindacato tedesco Ig Metal per portare avanti la causa dei lavoratori italiani direttamente alla sede centrale Voss.

Red.Cro.