CASSINA VALSASSINA – Tre buste nella cassetta della posta della ex moglie. Una per ciascuno dei due figli di appena 11 e 8 anni, con dentro soldi, gioielli e lettere di “addio per sempre”. La terza per con le ultime volontà: “Per il mio funerale non voglio affissioni”. A casa sua invece, adagiata sul divano, mamma Margherita era già morta da ore, fredda, mentre lui sdraiato accanto, era incosciente ma respirava ancora. Sulla stufa due confezioni di farmaci, l’Anelor, un ansiolitico recuperato non si sa come, e il Trittico, un antidepressivo regolarmente prescritto, un bicchiere, una tazza e un contenitore in vetro con dentro un liquido marrone. Corrado, in ospedale, ha poi confidato a un dottore di “volergliela fare pagare” alla madre.
Il possibile movente lo ha affidato ad alcuni pizzini: “Mi ha rovinato la vita, la odio, durante l’ultimo week end ha costretto i miei figli ad andarsene”. Sugli stessi foglietti ha appuntato anche che i farmaci per dormire erano appunto sulla stufa di casa, mischiati con camomilla e malva. Eppure si è professato innocente Corrado Paroli, l’operaio di 48 anni che lunedì mattina è stato rinvenuto esanime accanto a mamma Margherita Colombo (foto), vedova di 73 anni di cui si prendeva cura e che aveva accolto nel suo appartamento al civico 18 via al Castello di Cassina per non lasciarla sola. Pure il suo avvocato di fiducia Marcello Perillo invita a non trarre conclusioni affrettate.
Per investigatori e inquirenti però il quadro è chiaro. Per completare il puzzle manca solo il responso degli esami tossicologici svolti durante l’autopsia sul corpo di mamma Margherita, per accertare se effettivamente abbia assunto, verosimilmente senza rendersene nemmeno conto, una dose eccessiva di psicofarmaci a base di benzodiazepine. Intanto lunedì a Primaluna è stato celebrato il funerale di Margherita. Una bara bianca per il feretro, come per i bambini, perché in fondo, con l’incedere dell’età, Margherita a volte era come una bimba incontrollabile e insopportabile. Il sacerdote ha parlato di “una vita spezzata” e di “una sofferenza e di una solitudine di cui non si accorge nessuno”.