Lecco, 25 maggio - «Giustizia è fatta». E’ il commento della vittime del catalogo sulle donne single di Lecco. Ieri il giudice Chiara Arrighi ha inflitto a Nicola Antonio Marongelli, 57 anni, di Valmadrera un anno e mezzo di reclusione e mille euro di provvisionale per ciascuna delle otto parti civili, oltre al risarcimento da stabilirsi in sede civile. Durante il processo, una delle vittime - Jessica Salice - ha raccontato "Una mia amica mi ha mandato un messaggio: ‘La tua foto è su un catalogo di donne’ e lì mi è crollato il mondo addosso. Non riuscivo a capacitarmi di quanto accaduto, così l’ho subito acquistato e poche ore dopo ho sporto denuncia in questura a Lecco". Davanti al giudice ha spiegato che il suo profilo Facebook era pubblico: "L’avevo aperto alcuni anni prima. Un social per comunicare con amici ed amiche. Quanto è accaduto a me e ad altre centinaia di donne lecchesi è vergognoso".
Anche Erica Finazzi, 23 anni, di Lecco, ha scoperto da una conoscente di essere finita sul catalogo, realizzato dal 57enne lecchese. "Una mattina – ricorda – sono stata avvertita e mi ha pesato molto, perché per me quello era un momento particolare, avevo appena finito gli studi e stavo cercando un lavoro. Tra l’altro ho dovuto subito chiarire col mio fidanzato che il tutto era avvenuto a mia insaputa ed ero parte lesa". Sono alcune delle testimonianze raccolte tra le vittime del catalogo “Donne single Lecco“. Nella 2017 Nicola Antonio Marongelli aveva realizzato e messo in vendita il catalogo di 95 pagine, inserendo 1218 profili di donne lecchesi che su Facebook si dichiaravano single. Oltre alle foto delle ragazze, aveva utilizzato nomi e cognomi e link al loro profilo.
Prima che il caso arrivasse in tribunale, l’uomo era riuscito a vendere quaranta copie, incassando 197,78 euro. Lo slogan sui social era: "Un catalogo al costo di un drink". Un centinaio di donne coinvolte presentarono denuncia alla questura di Lecco e scattò l’indagine che ha portato a processo il 57enne per trattamento illecito di dati, diffamazione e sostituzione di persona. Per avere i dati delle vittime dal servizio anagrafe dei Comuni, Nicola Antonio Marongelli si era finto un avvocato. Otto donne si sono costituite parti civili al processo. L’accusa aveva chiesto un anno di reclusione, mentre il giudice Chiara Arrighi ha inflitto un anno e 6 mesi di reclusione e una provvisionale di mille euro per ciascuna parte civile, oltre a un risarcimento da stabilire in sede civile.