Lecco, 23 gennaio 2021 - "Sono stata considerata un oggetto", è iniziata così la deposizione di Jessica Salice, 28 anni, la prima donna sentita come parte lesa nel processo sul caso del “Catalogo delle donne single”. Ieri davanti al giudice Maria Chiara Arrighi (pm Pietro Bassi) si è svolta la prima udienza del processo che vede imputato per diffamazione, trattamento di dati illeciti e sostituzione di persona Antonio Nicola Marongelli, 52enne di Valmadrera. Un catalogo "al costo di un drink", era lo slogan di Marongelli sui social per vendere l’e-book con 1.218 profili di donne single della provincia di Lecco. Nel 2017 Marongelli estrapolò da diversi profili Facebook i dati di donne residenti in provincia di Lecco e con un’operazione di copia-incolla realizzò in formato pdf un elenco di donne "senza una relazione", che mise in vendita online al costo di 6,47 euro.
"Un giorno – racconta Jessica Salice - una mia amica mi ha mandato un messaggio: 'La tua foto è su un catalogo di donne' e lì mi è crollato il mondo addosso. Non riuscivo a capacitarmi di quanto accaduto, così l’ho subito acquistato e poche ore dopo ho sporto denuncia in questura a Lecco". Davanti al giudice spiega che il suo profilo Facebook era pubblico: "L’avevo aperto alcuni anni prima. Un social per comunicare con amici ed amiche. Quanto è accaduto a me e ad altre centinaia di donne lecchesi è vergognoso". Anche Erica Finazzi, 23 anni, di Lecco, ha scoperto da una conoscente di essere finita sul catalogo, realizzato dal 52enne lecchese. "Una mattina – ricorda – sono stata avvertita e mi ha pesato molto, perché per me quello era un momento particolare, avevo appena finito gli studi e stavo cercando un lavoro. Tra l’altro – aggiunge – ho dovuto subito chiarire col mio fidanzato che il tutto era avvenuto a mia insaputa ed ero parte lesa". "Non è stato per nulla piacevole – conclude Erica – ed ho avuto necessità di un po’ di tempo per uscirne anche da un punto di vista psicologico".
Le storie di Jessica ed Erica si sono intrecciate ieri in un’aula particolarmente silenziosa e attenta, dove l’ispettore della Squadra Mobile di Lecco, Andrea Rados, ha ricostruito le indagini, con le prime denunce raccolte in questura, la perquisizione nell’abitazione di Marongelli e il sequestro di materiale utilizzato per realizzare il catalogo. "Abbiamo ricostruito tutti i passaggi che hanno portato alla realizzazione del catalogo - ha spiegato – e accertato che si trattava di 1.218 profili Facebook di donne utilizzati illecitamente". Nelle prossime udienze ci saranno altri racconti di parte lese.