Sono poco più di 500 i profughi ospitati nei centri di accoglienza straordinari in provincia di Lecco. Sono molti meno della metà dei 1.350 accolti nel 2017. I richiedenti protezione internazionale arrivano soprattutto dalle zone asiatiche, Bangladesh in particolare, poi dall’Africa, specialmente dalla Costa d’Avorio. Il numero varia anche quotidianamente, in base al monitoraggio giornaliero, alla possibilità dei migranti di allontanarsi ad esempio per lavoro, piuttosto che per i provvedimenti di revoca o cessazione delle misure di accoglienza. L’ultima cifra è di 520 persone.
Il centro di accoglienza più grande resta quello di Maggio a Cremeno, nell’ex colonia estiva degli Artigianelli, dove trovano accoglienza una sessantina di migranti, in un paese di nemmeno 1.900 abitanti. "Per la gestione dei centri di accoglienza straordinari sono state svolte quattro procedure di appalto, al cui esito sono risultati aggiudicatari i medesimi gestori del precedente bando, senza che siano state proposte nuove strutture per l’accoglienza", spiega Paola Cavalcanti, capo di Gabinetto della Prefettura lecchese e responsabile del settore dell’accoglienza provinciale. Gli appelli da parte del prefetto per trovare nuove strutture, sfruttando magari immobili sfitti, anche comunali, e ampliare così il numero dei posti disponibili e implementare il sistema dell’accoglienza diffusa, sono quindi caduti nel vuoto. Particolare attenzione, tramite lo specifico progetto Nostos, viene riservata ai migranti in condizione di vulnerabilità. Nel 2024, tramite il decreto flussi, in provincia di Lecco sono state inoltre assegnate 630 quote: 400 per lavoratori domestici, 180 per lavoratori subordinati e 50 lavoratori stagionali. I nullaosta rilasciati sono stati 578 con 160 ingressi effettivi in Italia. Quest’anno poi 658 stranieri hanno giurato fedeltà alla Repubblica e alla Costituzione italiana e ottenuto la cittadinanza tricolore.