COLICO (Lecco)
Dave, quel 16 marzo di ormai due anni e mezzo fa, era al suo battesimo del volo sull’M 346. Giampaolo doveva insegnargli a pilotare quel mezzo affinché poi lui a sua volta potesse addestrare i piloti di altre aeronautiche militari sullo stesso tipo di aeromobile. Dave era nella parte anteriore del cockpit, la cabina di pilotaggio, Gianpaolo in quella posteriore, perché gli allievi siedono davanti come quando i piloti sono soli al comando. I due sono decollati alle 11 dalla pista di Venegono, su cui si affaccia lo stabilimento della Leonardo, poi il volo verso la “cross border area“, uno spazio aereo transfrontaliero tra Italia e Svizzera riservato ad attività di addestramento. Come previsto dal piano di volo, una volta ultimati i test, i due piloti stavano tornado alla base, ma alle 11.35 il velivolo è sparito dai radar. In seguito ad un’avaria, dopo aver indirizzato il jet verso il fianco della montagna per evitare precipitasse su centri abitati, si sono lanciati entrambi, ma ormai a quota troppo bassa: Gianpaolo con la vela del suo paracadute d’emergenza è rimasto appeso a uno sperone di roccia, Dave invece è caduto verso il suolo a grande velocità. Lo stesso modello di aereo, l’M 346, nome in codice Master, nei giorni scorsi è stato scelto per diventare il velivolo delle Frecce tricolori, la Pattuglia acrobatica nazionale. È un aereo da addestramento militare. Il primo prototipo risale al 2003, il primo volo al 2004. Grazie ai due turbofan che lo spingono, viaggia massimo a poco più di mille km all’ora, 1,2 mach, e ad un’altezza – la tangenza in gergo – di 13.715 metri o 45mila piedi. Ha un’autonomia di 1.980 chilometri. È di dimensioni ridotte e molto maneggevole. Un M 346 in dotazioni ai piloti della Sily Powietrzne, l’Aeronautica militare polacca, lo scorso luglio è precipitato durante un’esercitazione per un air show e il pilota ai comandi è morto. D.D.S.