DANIELE DE SALVO
Cronaca

Lecco vuole allargare i confini in vista delle Olimpiadi invernali: l'idea vale 20 milioni

La proposta, già avanzata alcuni anni fa, è stata tirata fuori dal cassetto da Corrado Valsecchi

Il sindaco Mauro Gattinoni

Lecco - “La Grande Lecco“. A tirare di nuovo fuori dal cassetto il progetto di una città allargata oltre il Resegone, il lago di Como e l’Adda è Corrado Valsecchi, assessore alle Opere pubbliche durante la precedente consiliatura e ora capogruppo della compagine di minoranza di Appello per Lecco, cioè di se stesso poiché è l’unico eletto della sua lista.

Lo fa formalmente con una mozione da discutere pubblicamente a Palazzo Bovara durante il primo consiglio comunale utile, per chiedere ufficialmente al sindaco Mauro Gattinoni di impegnarsi con i colleghi dei paesi del circondario a estendere i confini del capoluogo che ormai scoppia. L’obiettivo che il promotore si prefigura è di allargare il perimetro della città entro le Olimpiadi invernali di Milano e Cortina del 2026.

"È sempre più impellente per Lecco la necessità di affrontare le sfide della politica e dell’amministrazione in ottica sovracomunale - spiega -. La nostra città deve fare i conti con la concentrazione in un territorio limitato e ormai saturo di scuole, uffici pubblici, enti, edifici sanitari. Poli di erogazione di servizi, reti istituzionali di ogni ordine e grado convivono in un raggio di pochi chilometri quadrati, congestionato, trafficato, spesso disordinato".

L’impulso ad allargare Lecco arriva direttamente dal Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza che prevede un ampio spettro di investimenti a chi garantisce tempi certi di realizzazione delle opere e dei servizi , che vanno dal digitale al turismo, dal miglioramento dell’organizzazione interna agli interventi sociali. "Sfide che dobbiamo affrontare con ottica e impegno sovra comunale - sollecita Corrado Valsecchi -. Decentrare non significa allontanare, bensì ampliare e razionalizzare. Significa immaginare una rete cittadina ampia, non vincolata da anacronistiche divisioni amministrative e burocratiche che sono state già nei fatti cancellate dall’urbanistica, dalla mobilità sociale, dalla realtà quotidiana". Alle realtà che hanno optato per la fusioni sono stati riconosciuti inoltre contributi economici importanti, che per Lecco equivarrebbero in 20 milioni di euro in 10 anni e il 74% in più di trasferimenti. Se "piccolo è bello", grande e soprattutto la Grande Lecco conviene.