DANIELE DE SALVO
Cronaca

A Consonno vince il degrado. Nell’ex Las Vegas di Olginate la proprietà vieta ogni attività

Il sindaco Marco Passoni e l’associazione SbandaBrianza: siamo costretti a cancellare l’evento di Pasquetta

Consonno, una delle iniziative di festa

Consonno, una delle iniziative di festa

Olginate (Lecco) – Il borgo fantasma sempre più fantasma. Dopo lo sfregio della cacciata di tutti i suoi abitanti, della distruzione, della trasformazione in città dei balocchi con improbabili minareti e pagode e costruzioni a forma di ufo, della ribellione della natura, dell’abbandono, dei vandali... scatta ora il divieto di organizzare manifestazioni ed eventi a Consonno.

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Consonno a inizio anni 80

A imporre il veto sono i proprietari di gran parte della ghost town, cioè gli eredi del conte Mario Bagno, il “conte amen”, che in una amen negli anni ‘60 ha devastato Consonno, trasformandola in una posticcia Las Vegas della Brianza. Per Consonno, di cui non restano che ruderi di fantasiosi edifici della città dei balocchi, potrebbe essere il colpo di grazia definitivo. Lo annunciano Marco Passoni, sindaco di Olginate, di cui Consonno è una frazione, e Matteo Dell’Orto, presidente di SbandaBrianza, associazione sportiva di longboarding, disciplina di corsa discesa in skateboard, i cui skaters gestiscono il bar e organizzano diverse iniziative a Consonno, ultimi barlumi di socialità e civiltà in quell’angolo remoto abbarbicato a 630 metri di altitudine sul Monte Regina, un balcone naturale sulla valle dell’Adda. O meglio, gestivano e organizzavano, poiché appunto adesso non possono più.

“È l’inevitabile conseguenza del divieto opposto dai titolari della società Immobiliare Consonno Brianza, proprietaria di gran parte dell’area”, spiegano il primo cittadino e il presidente di SbandaBrianza, che, insieme agli Amici di Consonno, oltre a promuovere spettacoli, concerti, sagre, gare sportive per tenere viva Consonno, si sono sempre presi cura dell’antico borgo. “Un territorio difficile, sia per l’evidente stato in cui si trova, sia per il continuo rischio di vandalismi e raduni non controllati – prosegue il sindaco -. I volontari hanno tenuto e tengono l’area pulita e controllata, aiutandoci a evitare situazioni spiacevoli che un totale abbandono inevitabilmente provocherebbe”. Il rischio è che vegetazione, teppisti e oblio prendano ora il sopravvento, cancellando definitivamente il borgo già fantasma, per il quale non si intravvede alcuna possibilità di rinascita. Tutti i tentativi di vendere Consonno per riqualificarla sono infatti abortiti. Non tanto perché i proprietari chiedono 12 milioni di euro per cederla a qualche investitore, quanto per gli immensi investimenti per sanare gli abusi edilizi, saldare le tasse arretrate, bonificarla, metterla in sicurezza e renderla accessibile. Si parla di almeno 50 milioni di euro.

“Noi comunque non abbandoniamo il sogno di tornare a Consonno”, assicurano Marco Passoni e Matteo Dell’Orto, convinti che in tanti continueranno lo stesso ad andare a Consonno, una bella addormentata nel bosco, il cui fascino in fondo sta tutto nella sua storia di seduzione e abbandono e nel mistero delle sue improbabili costruzioni fatiscenti.