Lecco, 11 febbraio 2025 – Un segnale. È quello emesso delle piastrine metalliche incorporate nelle tute da sci di Cristian e Paolo. Lo hanno intercettato i soccorritori dei Soccorso alpino durante l'ultimo sorvolo in elicottero della giornata per cercare di trovare Cristian Mauri e Paolo Bellazzi, i due amici e colleghi di 48 anni, di Vimercate il primo, di Cambiago il secondo, dispersi da da sabato in Grignetta.
![Le ricerche in Grignetta; nel riquadro, Cristian Mauri](https://www.ilgiorno.it/image-service/view/acePublic/alias/contentid/ZTVmZTVlMzQtOTdmZC00/0/le-ricerche-in-grignetta-nel-riquadro-cristian-mauri.webp?f=3%3A2&q=1&w=1280)
Il contatto è frutto dell’attivazione del sistema Recco, un dispositivo elettronico per individuare le persone sepolte della neve.
La conferma
“Le informazioni confermate finora riguardano il rilevamento del segnale del dispositivo Recco di una delle due persone disperse in Grignetta, grazie a una strumentazione particolare, una campana appesa appesa al gancio baricentrico dell'elicottero in dotazione ai soccorritori del Soccorso alpino lombardo – spiegano dal Soccorso alpino lombardo - I segnali intercettati potrebbero appartenere a due dispositivi differenti. I nostri tecnici che ascoltavano in cuffia i segnali ricevuti dall'apparecchio, hanno anche avvistato la sagoma di una persona in un canale. Saranno le verifiche in corso a dare la certezza di altri elementi”
Il sistema Recco
Il rilevatore Recco è una sorta di sonar. Consente di individuare un segnale a 80 metri di distanza. È una specie di Artva, il trasmettitore che consente a chi lo indossa di essere individuato sotto alla neve.
Il rilevatore Recco, una tecnologia degli anni '70, emette un segnale radar: quando il segnale colpisce il riflettore, una piastrina metallica, lo rimanda al rilevatore. Più il rilevatore si avvicina al riflettore, più forte diventa il segnale rimandato. In questo modo il soccorritore può rilevare il punto esatto dove si trova la persona sepolta sotto la neve. I dispositivi sono inseriti in molti indumenti tecnici, come quelli indossati da Cristian e Paolo.
Il corpo nella neve
Seguendo il segnale, i soccorritori si sono avvicinati alla fonte fino a scorgere a vista il corpo di uno dei due dispersi. Sono riusciti a vederlo grazie alla giacca blu indosso che spicca rispetto al bianco della neve.
Lo hanno individuato a metà del canalone Caimi, dove già domenica sera i vigili del fuoco avevo segnalato intercettato il cellulare ancora acceso di uno dei due dispersi, attraverso il sistema Imsi-catcher, un altro dispositivo elettronico in grado di georeferenziare un telefonino anche in assenza di campo. I soccorritori hanno scorto solo un corpo. L'altro probabilmente si trova nella stessa area, ma non è visibile perché completamente sepolto sotto la neve.
Il recupero
Cristian e Paolo per ora non possono essere individuati, sebbene siano stati localizzati. Le condizioni sono ancora proibitive. La neve nel canalone dove si trovano è troppo bagnate e pesante: il rischio di valanghe è troppo elevato.
“La strategia è quella, tempo permettendo, di sorvolare la zona con un drone per capire meglio quali siano le condizioni del canale Caimi e, se possibile recuperare il corpo e individuare anche il secondo”, spiega Marco Anemoli, delegato della XIX Delegazione Lariana del Soccorso alpino. Occorre però una finestra di bel tempo, per consentire ai soccorritori dell'eliambulanza di Areu di intervenire.