NICOLA PALMA
Cronaca

Daspo Willy anche al trapper Simba La Rue

Aggressione all’Old Fashion, il 19enne comasco dovrà stare lontano da bar e locali per 18 mesi. Stessa misura per Rondo e Baby Gang

MERONE (Como)

di Nicola Palma

Il trapper Simba La Rue, all’anagrafe Mohamed Lamine Saida, dovrà restare lontano per 18 mesi da bar, discoteche e locali di Milano. Anche per l’artista tunisino di 19 anni, cresciuto nella comasca Merone, il questore Giuseppe Petronzi ha disposto il cosiddetto Daspo Willy, vale a dire il provvedimento che prende il nome dal ventunenne cuoco italo-capoverdiano Willy Monteiro Duarte vittima di un feroce pestaggio avvenuto a Colleferro il 6 settembre 2020 e che impedisce ai destinatari di frequentare tutti i luoghi di pubblico intrattenimento. La misura prende le mosse dallo stesso raid che aveva coinvolto pure Rondo da Sosa alias Mattia Barbieri, il leader del collettivo Seven Zoo incontrato a Palazzo Marino il 15 aprile dal sindaco Giuseppe Sala per parlare delle problematiche del quartiere San Siro, e Baby Gang alias Zaccaria Mouhib, a loro volta banditi da tutti i locali (di Milano per il primo e di tutta la Città metropolitana per il secondo) fino all’agosto del 2023.

Stiamo parlando dell’aggressione andata in scena il 12 luglio scorso davanti all’Old Fashion di viale Camoens, all’interno del parco Sempione. Stando a quanto poi ricostruito dagli agenti della Squadra mobile, guidati dal dirigente Marco Calì, alle 3.20 Rondo e alcuni amici avevano provato a entrare in discoteca, ma erano stati respinti dagli uomini della security per via di alcuni episodi violenti di cui si erano resi protagonisti in passato. Dopo pochi minuti, era comparso dal nulla Baby Gang, residente a Sondrio e attualmente domiciliato nella comunità Kayros di Vimodrone, che aveva minacciato di ritorsioni il proprietario Roberto Cominardi e gli addetti alla sicurezza; poi, spalleggiato da una trentina di persone (la maggior parte col volto coperto da cappucci), aveva iniziato a lanciare sassi. Nel frattempo, era uscito dal locale un altro trapper, Laioung, a sua volta preso di mira dalla banda e costretto a rientrare in fretta e furia dopo aver preso un paio di cazzotti. Ad agosto, era arrivata la prima tranche di denunce. Oltre a Barbieri e Mouhib (destinatario in estate anche di un foglio di vita da cinque Comuni della Romagna per il caos provocato dai suoi fan a Riccione dopo un concerto annullato), gli investigatori avevano denunciato: il trentunenne albanese E.T., residente a Vignate, già sospettato di una rapina in concorso con Baby Gang e di aver esploso alcuni colpi di pistola durante una rissa; il venticinquenne senegalese A.F; il ventiquattrenne nativo degli Emirati Arabi S.A.G.; il diciannovenne incensurato P.N. Per tutti era scattato il Daspo Willy, con durate variabili a seconda delle singole responsabilità accertate dalla polizia. Ora è toccato a Simba La Rue: stando all’esito dell’inchiesta, c’era pure lui tra chi quella notte lanciarono pietre contro gli ingressi dell’Old Fashion, mettendo a rischio l’incolumità dei vigilantes e dei clienti della discoteca.

Così si sono riaccesi ancora una volta i riflettori sul fenomeno delle gang giovanili legate al panorama musicale rap, deflagrato il 10 aprile: quel pomeriggio, infatti, 300 ragazzi, convocati via social da Baby Gang e Neima Ezza, si erano radunati in via Micene per fare da sfondo a un videoclip, senza mascherine e con distanziamento azzerato nonostante fossimo ancora in piena seconda ondata pandemica. L’intervento delle forze dell’ordine dopo la fuga nel vicino piazzale Selinunte era stato accolto da insulti ("Questa è zona nostra, andatevene") e dal lancio di sassi, bastoni e bottiglie contro i reparti in assetto anti-sommossa. Alcuni giorni dopo, erano scattate perquisizioni e denunce.