Lecco – "Il compito di un genitore è di far mancare qualcosa ai propri figli, perché se non ti manca niente a cosa ti serve quella scatola magica chiamata cervello?". Lo sostiene Paolo Crepet, psichiatra, sociologo, saggista ed educatore. Quello che però un genitore non dovrebbe mai far mancare ad un figlio sono il buon senso e l’educazione al rispetto delle regole. Tutto il contrario di quei papà e di quelle mamme che se la sono presa con gli agenti della Polizia locale dell’Alto Lario e con il sindaco di Dervio, che hanno osato richiamare all’ordine i loro pargoli che si stavano tuffando nel lago di Como da punti proibiti, oltre che pericolosi.
"Ogni volta che un nostro agente, o io o qualcuno rimprovera i ragazzi che si tuffano da punti pericolosi, oltre che proibiti, intervengono poi i genitori per difenderli – si sfoga Stefano Cassinelli -. ’Eh ma sono giovani’, ’devono fare anche loro le loro esperienze come le abbiamo fatte noi’, ’in fondo non fanno nulla di male’. Poi però, in caso di incidenti, tutti a piangere, invocare controlli e il pugno di ferro, magari anche a denunciare il sindaco perché non ha posizionato cartelli di divieto di tuffi o non li ha fatti rispettare".
Un comportamento e una reazione purtroppo molto frequenti purtroppo quelli dei genitori che difendono e giustificano a oltranza i figli. "Certo, ci sono anche i genitori che rimproverano i figli quando non rispettano le regole o compiono azioni pericolose, come tuffarsi dove non si può e magari li multiamo – prosegue il primo cittadino derviese -. Sono però sicuramente di più i genitori che si arrabbiamo con noi e ci criticano di quanti invece ci ringraziano per aver impedito che i loro figli si facessero male". A Dervio è proibito ovunque tuffarsi da riva, perché è in vigore un’apposita ordinanza che riguarda l’intero territorio comunale.
Solo negli ultimi giorni sono state staccate tre multe da 50 euro ad altrettanti ragazzini che non l’hanno rispettata, buttandosi tra l’altro in acqua in una zona privata. Altri sono stati immortalati mentre saltavano nel lago da una decina di metri di altezza, utilizzando come trampolino la provinciale Sp 72.