Donare il sangue salva la vita, degli altri, ma anche la propria. Un donatore di sangue di 65 anni, socio dell’Avis di Valmadrera, aveva un’emorragia cerebrale in corso. Non se n’era nemmeno accorto. Lo ha scoperto solo perché ha aderito alla campagna riservata agli avisini di Valmadrera come lui per sottoporsi gratuitamente all’esame dell’elettrocardiogramma in farmacia, la Sant’Antonio di Valmadrera. "Al momento dell’anamnesi eseguita da parte dei nostri farmacisti, gli è stato riscontrato un picco pressorio anomalo – spiegano dalla farmacia Sant’Antonio -. Insieme ai sanitari di Areu che abbiamo subito allertato abbiamo eseguito l’elettrocardiogramma, con cui è stata riscontrata un’anomalia della conduzione atrio-ventricolare. È stato così subito trasferito in ospedale, dove gli è stata diagnosticata un’emorragia cerebrale in atto". Dopo due mesi di ricovero, il 65enne è stato dimesso ed è tornato a casa, vivo: se non si fosse presentato in farmacia per l’elettrocardiogramma, letto e refertato grazie al sistema di telemedicina da un cardiologo di Brescia, al contrario sarebbe certamente morto. Ad un avisino di 48 anni, grazie sempre all’elettrocardiogramma, è stata invece riscontrata una sindrome rara, la sindrome di Brugada, che può portare alla morte cardiaca. È una sindrome che non presenta sintomi, le alterazioni dei tracciati dell’elettrocardiogramma non sono inoltre sempre presenti.
"Se non diagnosticata – sottolineano dalla farmacia - può portare a situazioni cardiache gravi fino all’esito fatale, non potendo mettere in pratica azioni correttive tempestive". "È da due anni che proponiamo ai nostri iscritti l’effettuazione dell’esame di elettrocardiogramma in collaborazione con i farmacisti della Sant’Antonio – spiega Vincenzo Barzani, presidente dell’Avis di Valmadrera -. Permette di rilevare diverse condizioni cardiache". Hanno aderito alla campagna 75 avisini: nel 44% dei casi non sono state riscontrate anomalie, nel restate 56% sì. "In due è stata addirittura dimostrata una malattia cardiaca grave, rara, di difficile diagnosi, con prognosi infausta", dice Barzani. Sono i casi dei due donatori di 65 e 48 anni, salvati grazie ad un all’apparenza banale elettrocardiogramma.