DANIELE DE SALVO
Cronaca

Paolo Bellazzi e Cristian Mauri dispersi sulla Grignetta: incognita meteo sulle ricerche

I cinquantenni della Brianza colti di sorpresa dalla tormenta sabato. Decine di persone impegnate nei soccorsi, anche coi droni. Ma incombe il pericolo valanghe

I cinquantenni della Brianza colti di sorpresa dalla tormenta sabato sulla Grignetta. Decine di persone impegnate nei soccorsi, anche coi droni. Ma incombe il pericolo valanghe.

I cinquantenni della Brianza colti di sorpresa dalla tormenta sabato sulla Grignetta. Decine di persone impegnate nei soccorsi, anche coi droni. Ma incombe il pericolo valanghe.

C’è un’auto posteggiata ai Piani dei Resinelli, sopra Lecco, il grande parcheggio posto alle pendici della Grignetta, la montagna simbolo dell’alpinismo in Lombardia. È lì da sabato mattina. È l’unica certezza di un weekend da incubo con i telefonini dei dispersi che prima squillano a vuoto, per poi zittirsi. I droni sorvolano la cresta senza vedere nulla. I vigili del fuoco in elicottero scrutano invano i canaloni. A terra decine di soccorritori battono a tappeto tutti i sentieri possibili, con un occhio sempre rivolto in alto per la paura di essere travolti dalle valanghe.

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I due escursionisti persi nella tormenta che li ha colti sabato, però, per ora non si trovano. Paolo Bellazzi e Cristian Mauri, entrambi classe 1976, il primo residente a Cambiago (Milano), l’altro a Vimercate, paesone della Brianza Monzese, operai nella stessa azienda, esperti skyrunner, sono saliti in Grignetta venendo inghiottiti da freddo, vento e neve.

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L’allarme è scattato per il loro mancato rientro. Probabilmente sono stati sorpresi dal maltempo: le condizioni meteo sono precipitate nel giro di mezz’ora. Prima le nuvole, poi una vera e propria tormenta. "Qualcuno li avrebbe incrociati quasi in cima, poi non si sa che fine abbiamo fatto", spiega Massimo Mazzoleni, capostazione del Soccorso alpino di Lecco. Una cinquantina i soccorritori in campo per cercarli, nonostante il freddo, le sferzate d’aria, la luce scarsa, soprattutto la neve pesante e bagnata e le slavine, che si sono staccate in più punti. "In diversi momenti ho dovuto fermare i miei ragazzi perché proseguire sarebbe stato troppo pericoloso", riferisce Marco Anemoli, delegato della XIX Delegazione Lariana del Soccorso alpino. Per le ricerche sono stati mobilitati anche i militari del Soccorso alpino della Finanza, i vigili del fuoco delle squadre speleo alpine fluviali, del Nucleo Sapr specializzati in droni, del Tas esperti in topografia e del Nucleo Cinofili con i cani da ricerca. Approfittando di una finestra di sereno, sono decollati pure i Draghi dei vigili del fuoco in elicottero, con a bordo un sistema in grado di localizzare i cellulari.

E proprio grazie a questa tecnologia sarebbe arrivato in serata un primo indizio: forse i due sarebbero precipitati nel canalone Caimi, uno degli accessi alla vetta. Si teme però che siano caduti e la neve li abbia sepolti. Le ricerche continuano, "ma l’evoluzione del meteo sarà determinante", ammette Anemoli.