DANIELE DE SALVO
Cronaca

E c’era chi garantiva posti di lavoro

Infiltrato nella municipalizzata ha procurato quattro assunzioni .

"Uno strumento a disposizione degli associati". Associati alla picciotteria, non ad organizzazioni di volontariato, né di categoria. Il suo compito? "L’assunzione di persone a loro vicine" nella municipalizzata lecchese della spazzatura. Secondo i magistrati della Dda di Catanzaro, Beniamimo Bianco, 59 anni di Oggiono, era l’infiltrato degli ‘ndranghetisti delle cosche calabresi in Silea, la Spa della raccolta e dello smaltimento dei rifiuti in provincia di Lecco di cui era rappresentante legale, trasformandola in una "succursale al Nord delle cosche". Per questo è alla sbarra al maxi-processo dell’inchiesta Karpanthos: per lui è stata chiesta una condanna a 8 anni di reclusione.

"Il suddetto, che ha frequentazioni con personaggi di spicco della cosche calabresi radicate sul territorio lombardo, è a completa disposizione dell’associazione ‘ndranghetista... adoperandosi per gli affiliati che intendono stabilirsi al nord o che in ogni caso necessitino di lavoro – si legge negli atti d’inchiesta –. Si è accertato come abbia procurato quattro assunzioni a affiliati o soggetti vicini ad affiliati". Lui e chi si è rivolto a lui avrebbero approfittato del Covid e dell’aumento dei rifiuti ospedalieri per piazzare gli "amici di famiglia": "Se entra un’altra volta il lockdown, le persone vanno in ospedale... il lavoro c’è… si triplica".

Sotto la lente di investigatori e inquirenti sono finiti i suoi "rapporti personali e di carattere economico-finanziario" con Vanessa Alcaro, 28 anni, figlia di Luigi Alcaro, classe 1953, pluripregiudicato condannato per traffico di droga, oltre che nipote per parte di madre del boss della ‘ndrangheta Franco Coco Trovato. In Silea avrebbe fatto assumere tra gli altri, Vincenzo Marchio, 42 anni, ex marito di Vanessa e figlio di Pierino, tra i più stretti collaboratori di Coco Trovato. Avrebbe provato a far assumere pure un nipote di Giuseppe Rocca, esponente dei Grande Aracri di Cutro, indicato come il "boss della montagna".

Daniele De Salvo