
Enrico Vavassori
Lecco, 14 marzo 2025 – Sì al ritorno al nucleare, ma senza referendum. A chiedere energia nucleare sono gli imprenditori lecchesi e valtellinesi di Confapi. L'86% dei piccoli e medi imprenditori vuole una centrale nucleare in Italia per fronteggiare il caro-energia e l'84 lo vuole senza bisogno di indire un referendum, come invece successo nel 1987 per lo spegnimento degli impianti atomici: secondo gli associati di Confapi Lecco e Sondrio è un argomento altamente strategico che va delegato a tecnici esperti, non a tutti i cittadini. Oltre al nucleare vorrebbero la creazione di un mercato unico dell’energia europeo. È quanto emerge dall’indagine dedicata su energia e imprese redatta dai ricercatori del Centro studi di Confapi Lombardia e che hanno coinvolto anche un centinaio imprenditori delle province di Lecco e Sondrio.
L'indagine
L'energia è diventata una variabile impazzita: guerre, crisi internazinali, speculazioni finanziarie... che portano i prezzi alla stelle prezzi. L'energia è diventata una delle componenti di costo fondamentale per i piccoli e medi imprenditori. Per cercare di ottimizzare i consumi, in 7 aziende su 10 sono stati ridotti i consumi, in 3 su 10 sono stati anche installati contatori intelligenti per il monitoraggio dei consumi, ma solo in 25 su 100 si utilizzano già software o altri strumenti dedicati al risparmio e alla ridurre i costi. Nonostante l'80% dei piccoli e medi imprenditori si sia interessato all’utilizzo di fonti rinnovabili e considerato la possibilità di installare impianti dedicati, alla fine però solo il 47% lo ha fatto veramente. La colpa è soprattutto dei tempi lunghi e della burocrazia che frenano l’investimento: ci vogliono più di 6 mesi solo per progettare, ottenere i permessi, installare e attivare l’impianto.
Abbassare i costi
Per abbassare i costi e l'autarchica energetica meglio piuttosto quindi il nucleare e un mercato europeo unico dell’energia con le medesime condizioni per tutti. “I dati emersi dal nostro ultimo report confermano una situazione che denunciamo da tempo - commenta Enrico Vavassori presidente di Confapi Lecco Sondrio -, cioè che il costo dell’energia continua a pesare in modo insostenibile sulle nostre piccole e medie imprese, mettendo a rischio la loro competitività e il futuro del nostro tessuto produttivo. Non possono più essere lasciate da sole di fronte a un mercato energetico squilibrato, dove il prezzo dell’energia cambia da Paese a Paese e dove le aziende italiane subiscono una concorrenza sleale. Inoltre, la transizione energetica è un obiettivo necessario, ma oggi si scontra con una burocrazia che frena gli investimenti. Se vogliamo davvero accelerare sulle fonti green servono regole più semplici e incentivi concreti.
Il nucleare
E per quanto riguarda la richiesta di tornare alle centrali nucleari in Italia? “Il dibattito sul nucleare, non può restare ancorato a posizioni ideologiche – risponde sempre Enrico Vavassori –. L’86% dei nostri associati ritiene che il nucleare possa garantire una maggiore autonomia energetica all’Italia e migliorare la nostra competitività industriale. È ora di affrontare il tema con pragmatismo basandoci su dati concreti, non su paure ereditate dal passato”. Lo chiedono appunto quasi nove piccoli e imprenditori su 10 in provincia di Lecco e di Sondrio. E senza volere che si consultino tutti i cittadini italiani, che invece, 38 anni fa, dopo il disastro atomico di Cernobyl, hanno deciso a maggioranza, rispondendo a tre quesiti referendari, di bandire il nucleare in Italia.