DANIELE DE SALVO
Cronaca

Fallimento della Gestisport: in 80 verso la disoccupazione

Ai collaboratori in servizio al centro comunale di Merate sono concessi solo altri tre mesi di attività

di Daniele De Salvo

È un "miglio verde" verso la disoccupazione lungo ormai meno di 90 giorni quello che stanno percorrendo gli ottanta collaboratori sportivi in servizio al centro sportivo comunale di Merate. All’antivigilia di Natale i giudici del Tribunale di Milano hanno infatti dichiarato il fallimento della Gestisport, storica cooperativa di Carugate fondata nel 1986 i cui soci hanno in appalto tra il resto appunto la piscina municipale con annessa palestra e spa di Merate, concedendo però di proseguire l’attività per altri tre mesi, fino a marzo. Stessa sorte spetta ai settanta colleghi dello Stendhal fitness village di Oggiono, che è l’altro impianto pubblico in provincia di Lecco affidato agli operatori di Gestisport, ma anche delle altre strutture di Bresso, Carugate, Gorla Minore, Jerago, Lainate, San Donato Milanese e Voghera, la maggior parte dei quali ha un contratto atipico non di dipendenza, con pochi contributi e ancor meno tutele.

Nessuno sa quale destino alla fine del "miglio verde" attenda tutti loro, che messi insieme sono circa cinquecento. "Non ne abbiamo idea, al momento dal curatore fallimentare non abbiamo ricevuto alcuna affermazione – conferma Diego Consonni, che dal 2015 è il giovane direttore del Merate fitness village, dove tra piscina, palestra e corsi vari ci sono almeno 3mila abbonati affezionati -. Speriamo che chi eventualmente subentrerà nella gestione degli impianti recluti quanti più collaboratori possibili tra noi". Al momento tuttavia neppure è certo che qualcuno voglia tentare l’avventura della gestione di centri sportivi ad emergenza sanitaria in corso, con distanziamenti, mascherine, green pass che non aiutano affari e investimenti nel settore, come dimostrato dal fallimento di Gestisport, che era una delle principali società del giro. Gli amministratori comunali inoltre sono più preoccupati a cercare di garantire la continuità dell’apertura delle strutture per evitarne la serrata piuttosto che per il futuro professionale di mezzo migliaio di lavoratori dello sport.