
Il trattamento con termoablazione a radiofrequenza agisce mediante la produzione di calore diretto al mioma
Lecco – Microonde al posto del bisturi. È la nuova frontiera per curare le pazienti che hanno tumori benigni all'utero, che non uccido, ma possono diventare invalidanti. La nuova tecnica che evita l'intervento chirurgico e consente un ricovero e una convalescenza molto rapida viene applicata all'ospedale Alessandro Manzoni di Lecco, tra i primi in Italia. Si tratta della miolisi a radiofrequenza per l’asportazione di miomi uterini, una patologia benigna ma spesso gravata da una sintomatologia invalidante.
I fibromi: qualche dato
Il fibroma uterino è una lesione benigna del viscere uterino, con un tasso di prevalenza del 70%, rappresentando la patologia benigna più comune nelle donne durante l’età riproduttiva. I fibromi dell'utero vengono diagnosticati nelle donne di tutte le età, ma si riscontrano più comunemente nelle donne di ètà compresa tra 35 e 50 anni.
Circa il 30% dei fibromi causano sanguinamento uterino anomalo per quantità e durata, dismenorrea, disturbi pelvici e dolore dovuto alla pressione su organi e strutture adiacenti, nonché complicazioni ostetriche come infertilità, aborti ricorrenti o travaglio pretermine. Questa sintomatologia impatta negativamente sulla qualità della vita di una donna.
I fibromi uterini costituiscono un problema sociale e sanitario significativo, che porta a ricoveri ginecologici e a circa l’80% di tutte le isterectomie, cioè le rimozioni dell'utero. Pertanto, la gestione dei sintomi risulta fondamentale per migliorare la qualità di vita delle donne con diagnosi di fibromatosi.

La miolisi a radiofrequenza: cos'è e come funziona
Il trattamento con termoablazione a radiofrequenza agisce mediante la produzione di calore diretto al mioma. Le temperature raggiungono gli 80-90 gradi centigradi, provocando la denaturazione proteica e la necrosi del tessuto miomatoso. La distruzione selettiva del mioma riduce la sua dimensione e allevia i sintomi come il sanguinamento e il dolore.
La procedura viene eseguita in regime di day hospital, cioè in giornata, richiede un’anestesia locoregionale o una sedazione profonda. La durata varia tra i 15 e i 45 minuti a seconda del numero dei miomi da trattare.
Questo approccio riduce notevolmente il rischio di infezioni ed emorragie post-operatorie. Si ottiene una riduzione volumetrica del mioma fino al 50 % a 6 mesi e fino al 70-90 % a 12 mesi. Uno dei principali vantaggi è la minima invasività. A differenza della miomectomia, che richiede un'incisione chirurgica, la miolisi a radiofrequenza viene effettuata per via transvaginale riducendo al minimo il trauma tissutale.
Il primario
“Siamo una delle poche realtà italiane che offre, alle proprie pazienti, questo innovativo trattamento – spiega Antonio Pellegrino, direttore del Dipartimento Innovazione e Chirurgia robotica dell'Asst di Lecco e primario di Ostetricia e Ginecologia –. Attualmente da noi sono disponibili diversi trattamenti, che vanno dalla gestione medica farmacologica alle opzioni chirurgiche convenzionali e a quelle più recenti e meno invasive. La scelta di un’opzione terapeutica appropriata tiene conto di vari aspetti, come le dimensioni, il numero e la localizzazione dei fibromi, la presenza dei sintomi, l’età, il desiderio di preservare la fertilità e le preferenze”.
"Negli ultimi anni – spiega – è aumentato l’interesse per tecniche meno invasive che preservino la fertilità: le preferiscono l’80% delle donne e il 50% di loro desidera conservare l’utero. A mio parere, la miolisi a radiofrequenza rappresenta un'alternativa alle tradizionali opzioni chirurgiche come la miomectomia, l’isterectomia con il vantaggio di ridurre i tempi di recupero e i rischi associati a interventi più invasivi. È una metodologia sicura e personalizzabile a seconda del caso clinico di ogni donna. Questa nuova tecnologia potrebbe, in futuro, aiutarci a cambiare la gestione dei fibromi uterini sintomatici”.
La ginecologa
“Abbiamo trattato con successo, per la prima volta nel nostro ospedale, tre donne affette da mioma uterino con la particolare tecnica della miolisi a radiofrequenza che utilizza onde elettromagnetiche ad alta frequenza per generare calore all'interno dei miomi uterini che rimuove selettivamente il tessuto miomatoso – racconta Silvia Corso, ginecologa e referente del trattamento miolisi a radiofrequenza”.
Le indicazioni cliniche per questa particolare tecnica – conclude – sono le stesse che da sempre portano in sala operatoria le pazienti affette da miomi uterini: sanguinamento uterino anomalo, cicli con anemizzazione secondaria, dolore pelvico, disfunzioni del sistema urinario o intestinale causate dalla compressione da parte dei miomi degli organi vicini, infertilità associata a miomi sottomucosi o intramurali”