Frontalieri e fisco non sempre vanno d’accordo, specie ora che gli accordi del 1974 stanno per andare in pensione, sostituiti da una normativa che prevede la tassazione anche Italia di chi lavora oltreconfine. Dall’obbligo sono però esclusi i "vecchi" frontalieri che continueranno a godere del loro status fino alla pensione, mentre i nuovi saranno soggetti alla doppia tassazione, ma beneficeranno di una franchigia di 10mila euro e degli assegni familiari.
Sembra tutto semplice, ma in realtà distinguere tra le due categorie non è una cosa immediata, tanto da indurre la Camera di commercio del Canton Ticino a emanare una nota esplicativa per ricordare ai lavoratori italiani di mettersi in regola per tempo rispetto al cambio di norme che entrerà in vigore a partire dal 1 gennaio dell’anno prossimo. "Mercoledì 1°febbraio il Senato italiano ha ratificato il nuovo accordo firmato con la Svizzera sulla fiscalità dei frontalieri - spiega la Camera di commercio ticinese - Ora la procedura passa alla Camera dei Deputati. Si prevede che la procedura di ratifica verrà conclusa nel corso dei prossimi mesi, ancora nel 2023. Come noto questo nuovo accordo introduce un sistema di imposizione dei frontalieri differente. I frontalieri verranno suddivisi in attuali e nuovi. Ai frontalieri attuali continuerà ad applicarsi la tassazione esclusiva in Svizzera alla fonte. Sono considerati frontalieri attuali ai sensi del nuovo accordo le persone che alla data della ratifica svolgono oppure che tra il 31 dicembre 2018 e la data della ratifica hanno svolto un’attività di lavoro dipendente nell’area di frontiera". Il nuovo regime fiscale invece si applicherà a chi è ha inoltrato una richiesta di permesso in Svizzera dopo la ratifica. Roberto Canali