DANIELE DE SALVO
Cronaca

In Valsassina più morti e feriti tra i fungaioli che tra gli automobilisti: è allarme

Un altro “fungiatt” finisce in trappola e viene portato in salvo. Il capostazione del Soccorso alpino: "Sta diventando un problema sociale, serve buon senso”

Casargo (Lecco) – In Valsassina muoiono e si feriscono più persone per andare a cercare funghi, che in incidenti stradali. L’ultima solo ieri: un cercatore di funghi di 62 anni è scivolato in un dirupo in mezzo al bosco in Val Marcia, a Casargo. Era solo, in una zona molto impervia. "Aiutatemi, sono qui, aiutatemi", ha urlato con il fiato rimastogli nei polmoni. Per fortuna in zona c’erano altri escursionisti che lo hanno sentito e hanno lanciato l’allarme. Per recuperarlo si sono messi di nuovo in marcia, rinunciando al sabato a casa, i tecnici volontari del Soccorso alpino della stazione di Valsassina e Valvarrone della XIX Delegazione Lariana, reduci tra l’altro da un difficile intervento appena la sera prima per recuperare purtroppo il cadavere di un altro fungiatt, quello di Giacomino Lazzari, 61enne di Alserio originario precipitato in un burrone di 150 metri in Valvarrone.

Pure le operazioni di salvataggio del 62enne, che invece è stato ritrovato vivo, sono state lunghe e molto complesse, con il supporto dei soccorritori dell’eliambulanza di Areu di Como, a causa del terreno molto ripido e scivoloso.

In una solo settimana, gli angeli della montagna della Valsassina si sono già occupati di quattro fungaioli, uno dei quali appunto morto, ma che almeno è stato recuperato in fretta solo grazie al sistema Imsi Catcher per localizzare o cellulari, altrimenti non sarebbe stato mai trovato. Tutti e quattro erano da soli, in zone dove non c’è segnale, in posti pericolosi. "Sta diventando un problema sociale – avverte seriamente preoccupato Alessandro Spada, capostazione del Soccorso alpino Valsassinese -. Ci vogliono calzature adatte, con una buona presa sul terreno, non stivali di gomma. Bisogna andare in posti che si conoscono bene, possibilmente non da soli o comunque lasciando detto dove si ha intenzione di arrivare. Nello zaino occorre infilare anche una torcia e un fischietto per chiedere aiuto. E ci vuole buon senso". Lui e tutti i soccorritori del Soccorso alpino non si stancheranno mai di ripeterlo allo sfinimento, sperando che almeno qualcuno li ascolti.