Airuno (Lecco) – Deve tornare subito a casa sua, ad Airuno. In quell’abitazione, da dove è stato portato via a forza dai carabinieri come fosse colpevole di un grave reato, quasi 33 mesi fa. A decidere il destino del professor Carlo Gilardi, ex docente di Estimo e Ragioneria di 92 anni, sono i giudici della prima sezione della Corte europea dei Diritti dell’uomo. Alla fine di ottobre 2020 il professore, Carletto, come lo chiamano tutti in paese, è stato ricoverato contro la propria volontà in una casa di riposo di Lecco. Lo scopo: proteggerlo da chi avrebbe dovuto assisterlo e invece si è solo approfittato di lui, dilapidando e appropriandosi di parte del suo ingente patrimonio personale.
Sarebbe dovuta essere una soluzione temporanea, invece si è trasformata in una sorta di detenzione senza fine, un ergastolo bianco: da quel momento non ha più potuto mettere piede a casa propria e gli è stato consentito di tornare in paese solo un paio di volte, scortato come un galeotto; i familiari, i parenti, i suoi vecchi amici, gli ex alunni e le tante persone che lo stimano inoltre non possono nemmeno andarlo a trovare, quasi fosse stato condannato al 41 bis.
Secondo i massimi magistrati di Strasburgo tutto ciò è illegittimo, anzi disumano, e hanno condannato l’Italia per violazione dell’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, per mancato rispetto della vita privata. "Ogni persona ha diritto al rispetto della propria vita privata e familiare, del proprio domicilio e della propria corrispondenza", stabilisce la norma che l’Italia ha recepito e fatto propria.
"Sostanzialmente i giudici riconoscono che è stato sottoposto a un trattamento sanitario obbligatorio camuffato che non avrebbe potuto essere autorizzato – spiega l’avvocato Mattia Alfano di Firenze, che si è occupato del caso –. Inoltre si sarebbero dovute adottare altre misure, meno coercitive". Nessuno infatti nega che il professor Gilardi, pilastro e benefattore della comunità di Airuno, andasse in qualche modo protetto: era stato lui stesso del resto, in una commovente lettera pubblica affissa fuori dal cancello della sua fatiscente e sporca abitazione in centro, la notte di San Silvestro del 2020, a implorare aiuto e soprattutto, sebbene con estremo garbo come nel suo stile, a chiedere di lasciarlo stare, perché stanco delle continue richieste di soldi e di ospitalità, scusandosi di essere ormai "vecchio e inutile".
Il badante e altri strani personaggi che gli ruotavano attorno, poi finiti alla sbarra, lo vessavano inoltre per ottenere prestiti e regali, con comportamenti al limite dell’estorsione. Proprio per questo la sua amministratrice di sostegno, una delle tante che si sono susseguite nel tempo, aveva chiesto e ottenuto il trasferimento in una Rsa, dove si trova tutt’ora e dove non può nemmeno incontrare a piacimento chi vorrebbe fargli visita.
"La Corte giudica in particolare che sia stato posto sotto la completa dipendenza del suo amministratore in quasi tutte le aree e senza limiti di tempo – sentenziano tuttavia i giudici europei nel loro articolato pronunciamento –. Rileva con preoccupazione che le autorità hanno, in pratica, abusato della flessibilità dell’amministrazione di sostegno per perseguire le finalità che l’ordinamento italiano assegna, con severi limiti, al Trattamento sanitario obbligatorio, il cui quadro legislativo è stato eluso".
E ancora: "Per raggiungere l’obiettivo legittimo di proteggere il suo benessere non sono state adottate misure né proporzionata né adatte alla sua situazione individuale". A presentare ricorso ai giudice della Corte dei diritti dell’uomo non è stato il professor Carlo Gilardi, ma un suo cugino. Paradossalmente, il ricorso del cugino non è stato ritenuto ammissibile, ma quanto ha denunciato sì e per questo la causa è stata ugualmente discussa. E ora? "Abbiamo subito intimato al giudice tutelare di permettere immediatamente al professor Gilardi di tornare a casa propria, ad Airuno – risponde l’avvocato Mattia Alfano –. Se non è possibile, bisogna creare le condizioni affinché questo avvenga in fretta. Inoltre deve poter ricevere tutte le visite che desidera, non come adesso, che è mantenuto suo malgrado isolato". Non è invece prevista alcuna sanzione economica allo Stato italiano.