Airuno, 23 settembre 2023 (Lecco) – È tornato al suo paese Carlo Gilardi, 92 anni, ex docente in pensione, ospite dal 30 ottobre 2020 fino a ieri della Rsa Airoldi e Muzzi di Lecco. Gravemente malato l’ex docente – che ha sempre espresso la volontà di far ritorno nel suo paese – è stato trasferito dopo un’attenta valutazione di medici e giudice tribunale di Lecco all’hospice “Il Nespolo“ di Airuno. Le sue condizioni di salute sono peggiorate nelle ultime settimane, a seguito anche del manifestarsi di un male incurabile. Seguito attentamente dall’equipe medica della Rsa Airoldi e Muzzi, nei giorni scorsi la situazione è stata sottoposta all’amministratore di sostegno, avvocato Elena Barra e al giudice Mirco Lombardi, con quest’ultimo che ha preso in esame le cartelle cliniche, visitato la struttura di via Eremo a Lecco e l’Hospice di Airuno, a due passi da dove risiedeva l’ex professore.
Nelle ultime settimane le sue condizioni sono peggiorate e anche nell’audizione del 15 settembre scorso - decisa dal giudice Gianluca Piantandosi nel contesto del progetto per diffamazione nei confronti dell’avvocato Elena Barra da parte dell’ex badante e di due Iene - Carlo Gilardi è apparso ai legali presenti con il giudice sofferente: giunto su una carrozzina ha risposto ad alcune domande poi è tornato nella sua camera da letto.
Sul ricovero dell’ex docente di Airuno si sono scatenate polemiche, manifestazioni perché l’ex docente aveva espresso la volontà di rimanere nella sua casa di Airuno, ma il giudice tutelare Marta Paganini, sulla base anche di accertamenti di carabinieri e medici, aveva ravvisato che non esistevano più le condizioni di salute e abitative. È sorto un comitato di cittadini con slogan “Carlo Gilardi libero“, contestando il provvedimento che l’ha portato nella Rsa lecchese. Infine la prima sezione della Corte europea dei Diritti dell’uomo di Strasburgo, su istanza di un cugino di Carlo Gilardi, aveva dichiarato illegittimo il provvedimento e condannato l’Italia per violazione dell’articolo 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, per mancato rispetto della vita privata. "Ogni persona ha diritto al rispetto della propria vita privata e familiare, del proprio domicilio e della propria corrispondenza", stabilisce la norma che l’Italia ha recepito e fatto propria.