LECCO – Otto anni alla nipote del capo dei capi della ‘ndrangheta lombarda. La pm della Procura di Catanzaro Veronica Calcagno ha chiesto una condanna a 8 anni di carcere per Giuseppina Trovato, Giusy per tutti, 38 anni di Galbiate. Per i magistrati che hanno raccolto il testimone del super-procuratore antimafia Nicola Gratteri, Giusy avrebbe convinto l’ex compagno, un assassino reo confesso, prima a pentirsi per finta, solo per risparmiargli il fine pena mai – “Ci siamo messi d’accordo, con la dichiarazione che ha dato si è tolto l’ergastolo, ci giochiamo tra i 20 e i 30 anni”, si legge nelle trascrizioni delle intercettazioni –, e subito dopo a stare zitto per non inguaiare altri picciotti.
Perché un conto è pentirsi di quanto commesso, tutt’altro “dire che è un collaboratore di giustizia...”. È una questione d’onore, personale e di famiglia. Lo zio di Giusy da parte di padre è Franco Coco Trovato, quel Franco Coco Trovato, 77 anni, da 32 in cella al 41 bis, senza mai parlare, senza mai ammettere, senza mai “tradire”, considerato il Totò Riina della ‘ndrangheta della Calabria prima e della Lombardia poi, in grado di comandare in tutta Italia, Sardegna compresa, anche dal carcere.
L’ex di Giusy è Danilo Monti, 7 anni più giovane di lui, esponente di spicco della Cosca di Cerva. Tra tutto il resto, il 14 aprile 2015 Danilo ha freddato con tre colpi di pistola a Simeri Mare il macellaio trentacinquenne Francesco Rosso (nella foto in alto). Sia lei, accusata di concorso esterno in associazione mafiosa, sia lui, per i quali sono stati chiesti 4 anni di condanna, sono stati arrestati durante la maxi retata dell’operazione Karpanthos, scattata in tutta Italia all’alba del 22 settembre 2022, con 52 indagati.
Tra tutti loro pure Claudio Gentile, 42 anni, di Valmadrera, catturato e poi condannato come Danilo, in una precedente inchiesta, Cardine – Metal Money a febbraio 2020 per un traffico di rifiuti pericolosi, compreso rame radioattivo, e poi estorsioni, riciclaggio e evasione fiscale milionaria. Per lui la richiesta della pm è di 12 anni di reclusione, tra le più alte. Alla sbarra ci sono altri nomi e soprattutto cognomi noti in provincia di Lecco, sempre per faccende analoghe: Marchio, Mannarino, Bubbo... Ventisette dei 52, tra cui i “lecchesi”, hanno optato per il rito abbreviato. Il verdetto da parte del gup Mario Santoemma è atteso per il 10 marzo.