
Eccezionale ritrovamento sulla Grigna
Mandello del Lario (lecco), 1 aprile 2019 - Un grande pesce predatore si aggira fra i fondali di quello che potrebbe assomigliare oggi a un mare tropicale, cibandosi di altri pesci vivi e carcasse galleggianti (per fortuna una volta non c’era la plastica nel mare) ma a sua volta viene addentato da un animale enorme che lo fa a pezzi: 240 milioni di anni dopo quel mare caraibico si è trasformato in una parete di roccia dolomitica friabile a oltre duemila metri di quota, fra la Grigna settentrionale e quella meridionale, e a rivelare i dettagli di quello scontro preistorico è un oggi fossile di Saurichthys scoperto dal professore lecchese Andrea Tintori. La pubblicazione sulla Rivista Italiana di Paleontologia e Stratigrafia rivela i dettagli di quel pasto preistorico che ha lasciato sbalorditi anche i ricercatori. Ecco quindi immortalato nella roccia un atavico duello per la sopravvivenza: un pesce divorato da un grande rettile. Il fossile di Saurychtys, un pesce lungo fino 1 metro e 40, fu scoperto da Tintori durante la prima campagna di scavi in quota fra il 2004 e il 2005, ma come spesso accade in Italia, per mancanza di fondi, il reperto raccolta sulla Grigna è rimasto chiuso in una scatola per anni.
Dal 2009 infatti questo tipo di ricerche ha subito tagli pesanti che ne hanno compromesso i risultati. Solo ora, dopo ore e ore trascorse al microscopio, sono emersi i dettagli. «Si tratta di un Saurichthys, il solito “mangione” che questa volta però è stato anche mangiato. Quindi l’esemplare è molto particolare perché abbiamo trovato la pancia piena e sappiamo anche di che specie si era nutrito, ma poi è stato tranciato da qualcuno più grande di lui perché manca tutta la parte posteriore. Poi verosimilmente questa volta non ha cacciato pescetti vivi ma ha scarnificato carcasse galleggianti vista la disposizione delle ossa in pancia.... insomma, una lunga storia che finisce in Val Gardena dove hanno trovato in rocce della stessa età di quelle del nostro scavo in Grigna i resti di una bestiaccia di 4-5 metri, un Ittiosauro, quindi un rettile, purtroppo solo frammentario, che potrebbe comunque essere il responsabile della morte del Saurichthys ...c’è sempre qualcuno più affamato di te».
Non è la prima volta che la zona degli “Scudi” fra le Grigne riserva grandi sorprese ai paleontologi. Il ritrovamento più sensazionale è sicuramente la stella marina vissuta nel Triassico ritrovata nel 2011 e della quale esistono solo altri quattro esemplari al mondo. Ma fra i ritrovamenti ci sono anche circa 1.500 pesci “scavati” sul Grignone che potrebbero riservare altre sorprese. «Più volte erano stati promessi fondi per un progetto di “preparazione” dei nostri esemplari ma non si sono mai visti – spiega il professore Tintori –. Così ora sono in Cina dove queste competenze vengono apprezzate».