"Arriverà anche quel beato giorno di rivederci". Era l’auspicio rivolto ai "Carissimi famigliari", in una lettera datata 31 maggio 1944, dal soldato Dionigi Doniselli di Pasturo, prigioniero n° 31941 nello Stammlager III C di Alt Drewitz – Kurstrin in Brandeburgo, internato per non essersi unito ai repubblichini e ai nazisti. Per lui quel "beato giorno" è arrivato il 6 novembre 1945. Per 48 dei 402 deportati valsassinesi invece non è mai arrivato, perché uccisi o morti di stenti e malattie, lontano da casa. Il messaggio di speranza è anche il titolo di un libro che raccoglie oltre 250 loro lettere. Le hanno recuperare, ordinate, fotografate e trascritte Angelo Pavoni (nella foto), 34 anni, presidente dell’Anpi della Valsassina, che conta oltre un centinaio di soci, e dal suo predecessore e ora vice Beppe Amanti, classe ‘47.
Le missive, riproposte così come sono state scritte, errori ortografici e grammaticali compresi, e spesso con i segni della censura, sono corredate da schede di chi le ha scritte, fotografie e immagini delle cartoline originali. Il volume, dall’importante valenza storica, propone pure le canzoni, con testi e spartiti, che gli internati cantavano. "Niente come questi documenti personali risalta il lato umano di una storia tragica, in cui l’umiliazione di un intero popolo si manifesta nelle sofferenze di singoli, che pagarono a caro prezzo la scelta di non collaborare con il nazifascismo", commenta l’opera Angelo de Battista del Comitato provinciale dell’Anpi di Lecco. "Abbiamo scritto questo libro perché sentivamo il bisogno di rendere omaggio alle vittime dell’internamento e della deportazione valsassinese durante la Seconda guerra mondiale – spiegano i due autori -. Attraverso le lettere dei deportati e le testimonianze delle loro famiglie, vogliamo restituire loro voce e dignità, raccontando la loro storia e il loro dolore". D.D.S.