Là dove c’era l’erba, ora c’è... un supermercato. La verde Brianza non esiste più. Centri commerciali, villette a schiera, nuovi quartieri residenziali, palazzine per turisti e villeggianti, strade hanno cementificato e asfaltato campi agricoli, prati e boschi. Secondo i ricercatori di Ispra, l’Istituto per la protezione ambientale, il paese dove l’anno scorso è stato sacrificato più suolo per nuove costruzioni e urbanizzazioni è Castello Brianza. Solo nel 2023 sono stati cancellati oltre 2 ettari di terreno. Tanti per una comunità di 2.500 abitanti e un Comune di 3 chilometri quadrati e mezzo.
"È come dire che è sparita una superficie di terreno naturale pari a tre campi di calcio di serie A – spiega Roberto Fumagalli, presidente del Circolo ambiente Ilaria Alpi -. Il dato è legato alla costruzione di un nuovo supermercato in località Moiacchina, che abbiamo più volte contestato". E potrebbe non essere finita: "Non sappiamo se il dato tenga conto anche del terreno agricolo cancellato dalla nuova tangenzialina in località Cascinette Nere". Secondo i dati rilanciati dagli attivisti di Legambiente Lombardia, nel 2006 gli ettari urbanizzati a Castello erano 78, pari al 21% del territorio; ora sono 85,7 e il 23% in più. Non succede solo a Castello Brianza: "Nella classifica provinciale, dopo Castello Brianza, seguono Casargo in Valsassina, Casatenovo e Missaglia, in cui sono stati cementificati più di un 1 ettaro. E poi Nibionno, Olginate, Santa Maria Hoè e Perledo dove è stato cementificato per oltre mezzo ettaro ciascuno.
"I dati che emergono danno ancora una volta la Brianza lecchese come territorio dove si è sversato più cemento, consumando suolo verde, una risorsa non rinnovabile e fondamentale per l’ambiente, la natura, l’agricoltura, la salubrità dell’aria", denuncia Roberto Fumagalli.
Molteno ad esempio è uno dei paesi più cementificati in assoluto: quasi la metà del territorio è urbanizzato, coperto da cemento e asfalto.