
Il futuro del ponte San Michele. La soluzione vincente è un unico collegamento
Un unico ponte, stradale e ferroviario insieme, per sostituire il San Michele, vecchio ormai di 135 anni, che entro il 2031 dovrà essere mandato definitivamente in pensione. Secondo gli ingegneri infatti non reggerebbe troppo oltre, nonostante i recenti interventi di restauro completo costati 24 mesi e 20 milioni di euro di lavori. Sembra sempre più remota l’ipotesi di rimpiazzare con due ponti, uno solo viario e un altro solo ferroviario, lo storico viadotto tra Paderno e Calusco d’Adda, candidato a diventare una meraviglia dell’umanità, che invece sembrava la più plausibile. Sul nuovo ponte correranno sia i binari della linea Milano - Bergamo via Carnate con doppi binari per entrambe le direzioni di destra e di manca, sia l’asse stradale a due corsie, una per ogni senso di marcia. In alternativa, l’altra ipotesi progettuale che originariamente sembrava tra l’altro la più quotata, resta sempre quella dei due ponti, uno viario, l’altro ferroviario, da costruire vicino all’attuale San Michele, a monte o a valle non è stato mai definito.
Le riserve verranno sciolte domani, quando i tecnici di Rfi incontreranno i sindaci dei paesi interessati e i rappresentanti della Provincia di Lecco e di Bergamo. A rivelarlo è il consigliere dem lecchese Gian Mario Fragomeli, che nei giorni scorsi ha partecipato a una riunione dei componenti della Commissione V regionale Mobilità e Infrastrutture a cui hanno preso parte pure i responsabili di Rfi. "Domani si chiarirà la progettualità migliore, ma mi pare di aver colto che l’opzione in gioco è quella del ponte unico – spiga il democratico -. In aggiunta, vi è l’ipotesi che, grazie al ponte nuovo, la tratta possa assumere una rilevante importanza anche per le merci. Se così fosse, i rappresentanti istituzionali del territorio territorio potrebbe chiedere più opere compensative connesse alla viabilità". Il timore infatti è che il nuovo ponte porterà molti più automobilisti e camionisti di quanti già non attraversino i centri abitati, sopratutto di Paderno d’Adda e Robbiate.