
di Daniele De Salvo
Lecco è la capitale della metalmeccanica non solo della Lombardia, ma di tutta Italia.
In provincia ci sono sono più di 2mila imprese metalmeccaniche, 2.110 per la precisione. Sono più del 9% di tutte le 23mila imprese lecchesi.
Garantiscono direttamente, senza conteggiare quanti sono impiegati nell’indotto, un posto e uno stipendio a oltre 31mila persone, che sono il 30% dei 110mila che lavorano nelle diverse realtà imprenditoriali lecchesi. La percentuale lombarda delle imprese metalmeccaniche è nemmeno del 5,5%, degli addetti del 17,3%; le rispettive percentuali italiane sono del 3,5 e del 10,7%.
Negli ultimi sei anni nel Lecchese sono tuttavia mancate all’appello, tra nuove aperture e molte più chiusure, 222 imprese del settore metalmeccanico, che sono così diminuite del 9,5%. Nonostante le serrata sono comunque aumentati gli addetti del comparto: ce ne sono 3.100, l’undici per cento in più.
Rispetto al 2021, nei primi sei mesi di quest’anno si è registrato un ulteriore "sparizione" di 13 società. E’ però aumentato ancora il numero di addetti: sono 734 e il 2,4% in più.
Si stima che nei primi sei mesi di quest’anno le esportazioni della metalmeccanica made in Lecco valgano poco meno di 2 miliardi e mezzo di euro, il 75% di tutto l’export lecchese.
Le importazioni di prodotti metalmeccanici sono di contro costate un miliardo e mezzo.
"Il metalmeccanico è un fiore all’occhiello dell’economia lecchese e lariana – commenta Marco Galimberti, presidente della Camera di commercio di Como e Lecco, – I numeri lo dimostrano. Si contano 4.200 imprese, 50mila addetti e un export di 3,35 miliardi di euro nel primo semestre 2022 tra le due province. E’ in atto un processo di progressiva concentrazione del settore: il numero delle imprese è in calo, ma aumentano gli addetti.
"Le nostre aziende metalmeccaniche - conclude - hanno le spalle sempre più larghe, e questo le aiuta a competere con successo nei mercati internazionali. Fino all’esplosione dell’inflazione, del costo dell’energia e delle materie prime, la meccanica lariana aveva il vento in poppa".