PADERNO D’ADDA
Gli automobilisti in transito raddoppieranno, forse triplicheranno. I camionisti che invaderanno le strade del paese invece saranno più di 2.100 al giorno. Inoltre dalla Soprintendenza temono che il nuovo viadotto sfregerà irrimediabilmente la valle dell’Adda e il capolavoro di ingegneria in lizza per diventare una meraviglia del mondo.
Per questo il sindaco di Paderno Gianpaolo Torchio, e con lui un’altra quindicina di colleghi passati e presenti del Meratese, boccia senza appello la proposta di un nuovo unico ponte, viario e ferroviario insieme, da affiancare al vecchio ponte San Michele, che nel 2030 verrà dismesso, ammesso e non concesso si faccia in tempo a costruire il rimpiazzo. "Così no – spiega il primo cittadino padernese -. Il ponte ferroviario è prioritario e non ha alternative di collocazione, se non in prossimità del San Michele. Il tema da affrontare però non è l’attraversamento stradale tra Paderno e Calusco, ma la condizione complessiva degli attraversamenti dell’Adda tra il ponte autostradale di Trezzo e quello di Olginate e l’assenza di una progettualità di alto livello in proposito. Le conseguenze della mancata realizzazione della connessione pedemontana fino alla sponda bergamasca e il disastro viabilistico che vivremo con l’annunciata chiusura per un anno e mezzo del ponte di Brivio ci renderanno facili profeti". Inoltre occorre ripensare completamente la viabilità di tutta la zona, come il superamento del centro abitato di Paderno valutando un percorso interrato o una strada in trincea, la deviazione del traffico della attuale Sp 54 che attraversa Robbiate e Paderno sulla nuova direttrice di accesso al ponte, soluzioni per la Sp 55 da Verderio a Osnago e l’immissione sulla ex 36, un nuovo ponte a Brivio e la riprogettazione dell’uscita della tangenziale est a Usmate e Lomagna.
Daniele De Salvo