DANIELE DE SALVO
Cronaca

Più morti in montagna che sulle strade: "L’impreparazione è il primo pericolo"

Un intervento su tre del soccorso alpino valsassinese è per recuperare persone illese. Da inizio anno 8 croci

Il soccorso alpino

Lecco -  Muoiono più persone in montagna che in strada. Da inizio anno solo sulle montagne della zona della Valsassina, nel Lecchese, hanno perso la vita 8 persone, nel 2020, in piena pandemia quando nemmeno ci si sarebbe potuti muovere, 15, mentre le vittime dell’asfalto, su cui circola molta ma molta più gente, sono state 16. "Significa che andare in montagna è più pericoloso che viaggiare in macchina?", si chiede Alessandro Spada, capostazione della stazione della Valsassina e Valvarrone della XIX Delegazione Lariana del Corpo nazionale del soccorso alpino e speleologico lombardo. La domanda è retorica, come la risposta: no, semmai in montagna ci sono troppi escursionisti inesperti, imprudenti, mal equipaggiati, che sfidano inconsapevolmente la sorte e non hanno rispetto dell’ambiente in cui si muovono. Lo confermano i numeri degli interventi di soccorso effettuati dai tecnici del Soccorso alpino valsassinese.

Su 87 persone soccorse in 77 missioni di salvataggio, 33 sono state recuperate illese, 43 ferite lievemente e 13 in maniera grave: significa che oltre il 30% delle volte i soccorritori si sono dovuti mettere in marcia per recuperare chi non si è fatto nulla ma si era perso, era sfinito, non aveva preparato la camminata, oppure non era vestito in maniera adeguata, come l’escursionista rimasto bloccato sulla via della Cresta Cermenati in discesa dalla Grignetta con ai piedi snikers invece che scarponi e in mano una borsa da piscina al posto dello zaino in spalla. Non a caso il 78% di chi ha chiesto aiuto non è socio del Cai, i cui tesserati tra l’altro sono in crescita, la cui appartenenza testimonia invece cultura della montagna.

«Con il lockdown paradossalmente la situazione è peggiorata, perché molti, pur di evadere da casa, si sono rifugiati in quota – prosegue Alessandro Spada -. L’anno scorso come stazione del Soccorso alpino di Valsassina e Valvarrone abbiamo segnato il record di 125 interventi durante i quali hanno recuperato 147 persone. Cinquanta, quindi sempre il 30% del totale, illese, 74 ferite in maniera non grave, 8 in maniera grave e appunto 15 “codice 4“ cioè morti". Sono stati soccorsi 71 escursionisti, 17 che si sono infortunati fuori dalle case di villeggiatura che hanno riaperto e rioccupato dopo averle lasciate sprangate e vuote da tempo, 12 alpinisti, 5 scalatori, 4 ciclisti e nel 3 fungiatt e sciatori, a riprova che percentualmente devono essere salvati più gli sprovveduti e gli inesperti. "Noi del Soccorso alpino comunque ci siamo e ci saremo sempre per tutti", garantisce comunque il capostazione della Valsassina e Valvarrone. Anche per chi si avventura sulla Grignetta in scarpe da tennis e con un equipaggiamento balneare".