DANIELE DE SALVO
Cronaca

Infrastrutture e disagi: che cosa preoccupa Confindustria (e perché gli imprenditori sono arrabbiati)

Fra difficoltà legate al dissesto idrogeologico e strade vetuste, il mondo produttivo di Lecco e Sondrio rischia di perdere in competitività

Tecnici Anas dopo il crollo di metà settembre nel tunnel della Ss 36 Non si sono registrati feriti

Tecnici Anas dopo il crollo di metà settembre nel tunnel della Ss 36 Non si sono registrati feriti

Lecco, 10 ottobre 2024 – Allagamenti, frane, ponti e cavalcavia che non reggono più il passaggio di mezzi pesanti, cantieri e lavori in corso infiniti. Spostarsi in provincia di Lecco e Sondrio è sempre più difficile. E sarà sempre peggio. A pagarne il prezzo sono, tra gli altri, 36mila imprenditori e 170mila lavoratori lecchesi e valtellinesi, condannati a restare in coda. A lanciare l’allarme sono gli industriali.

Il monito

“I limiti della rete infrastrutturale sono arcinoti, tanto che rischieremmo di assuefarci alle difficoltà che quotidianamente si devono affrontare per spostarsi lungo la rete viabilistica, se non fosse che queste complicano le vite di tutti e gravano pesantemente sull’intera economia territoriale, rendendoci meno competitivi”, avverte Marco Campanari, presidente di Confindustria Lecco e Sondrio.

Che denuncia: “È inaccettabile che su questi temi non vi sia un confronto puntuale e continuativo con i rappresentanti del mondo produttivo, a maggior ragione su questioni specifiche e pianificabili, con il risultato evidente che, combinando una pianificazione non concertata con le lungaggini nell’esecuzione dei lavori, si arriva a paralizzare province ad alta intensità produttiva come Lecco e Sondrio”.

Mai invitati

Nonostante anche nelle province di Lecco e di Sondrio vengano convocati riunioni e tavoli su ogni questione, nessuno infatti invita mai gli esponenti delle categorie economiche almeno a quelli sulle emergenze viabilistiche, in modo che possano palesare le loro difficoltà e magari proporre qualche possibile soluzione.

I disagi maggiori al momento sono legati alle chiusure della 36: tra l’altro spesso gli orari indicati non vengono rispettati e gli interventi di manutenzione programmata si dilungano. Preoccupa inoltre l’imminente chiusura per un anno e mezzo del ponte di Brivio, perché non ci sono alternative visto che il S.Michele tra Paderno e Calusco è off-limits per i veicoli più pesanti.

“Siamo i primi sostenitori della necessità di un’accurata e tempestiva manutenzione delle opere, oltre che del loro sviluppo con nuove realizzazioni, che sono l’antidoto – commenta Riccardo Riva, coordinatore del gruppo tecnico Infrastrutture di Confindustria Lecco e Sondrio – Chiediamo un confronto costruttivo e una pianificazione di medio e lungo periodo”.