BARZIOVolata finale a Barzio per l’impianto di innevamento artificiale della pista di sci di fondo ai Piani di Bobbio. In palio c’è un premio, anzi un finanziamento regionale di 1 milione di euro. Se i lavori non cominceranno e soprattutto termineranno entro i termini previsti, i soldi non verranno erogati. "Una corsa contro il tempo per non perdere il milione di euro stanziato nel 2022 da Regione Lombardia", spiega il sindaco Andrea Ferrari. Che assicura: "Barzio è un paese di fondisti e non possiamo assolutamente rinunciare a questo progetto".
Quando ancora nevicava, a Barzio si sciava infatti anche per le strade con gli sci di fondo ai piedi per gli spostamenti quotidiani e sono in molti a praticare lo sci di fondo. La pista da sci di fondo si trova ai Piani di Bobbio. È un anello lungo 5 chilometri. È l’unica pista dell’intero comprensorio che non dispone ancora di un impianto di innevamento artificiale. All’occorrenza vengono utilizzati vecchi cannoni sparaneve, che rendono poco e consumano molto. La difficoltà nel realizzate l’impianto e quindi nello sfruttare il finanziamento regionale prima che scada è dovuta soprattutto a questioni non tanto tecniche, quanto prettamente burocratiche sulla concessione e la gestione dell’area comunale su cui si estende la pista.
Tecnici e legali comunali sono al lavoro con i nuovi amministratori locali per risolvere la questione ereditata da chi li ha preceduti. Mancherebbero solo pochi dettagli per affrontare le ultime asperità e licenziare un progetto da realizzare il prossimo anno, in tempo per l’inizio delle Olimpiadi invernali di Milano – Cortina 2026 che avranno due location nella vicina provincia di Sondrio (gare si svolgeranno sui tracciati innevati di Livigno e a Bormio, sulla mitica pista Stelvio).
Sebbene la Valsassina non sia sede olimpica, a Barzio ambiscono che magari gli atleti si allenino anche a Bobbio. Una volta realizzato l’impianto di innevamento anche per lo sci di fondo, i Piani di Bobbio dovrebbero aver raggiunto il massimo delle potenzialità e dello sviluppo.
Daniele De Salvo