Lecco - «Ditemi come sta il mio collega? Come sta? Dov’è?". Ma il suo collega questa volta non ce l’ha fatta. Dopo essersi catapultato fuori dall’abitacolo del jet che stava precipitando fuori controllo, Gianpaolo Goattin, ex top gun veronese di 53 anni, è andato a sbattere contro la parete nord del Legnone, la montagna più alta della provincia di Lecco, ed è rimasto appeso ad uno sperone di roccia su un baratro con il paracadute d’emergenza. Quando i soccorritori lo hanno recuperato ha continuato a chiedere del suo collega Dave Ashely, pilota istruttore inglese di 50 anni, che però non ce l’ha fatta. L’incidente aereo si è verificato nella mattinata in Alto Lario, tra il Lecchese e le province di Sondrio e Bergamo.
I due piloti erano decollati alle 11.14 dalla pista della Leonardo di Venegono, nel Varesotto, con un M 346 per un volo dimostrativo. Il velivolo era codificato MM55218 e pur avendo una matricola provvisoria dell’Aeronautica militare, per il rilascio della certificazione di volo, non è mai appartenuto alle Forze armate italiane ed era destinato all’esportazione - secondo qualificate fonti - verso un Paese non appartenente all’Unione europea. Cosa sia andato storto non si sa ed è presto per dirlo. Forse un’avaria, perché alcuni testimoni riferiscono di aver visto il mezzo in fiamme, oppure un errore umano, sebbene i piloti fossero entrambi esperti. L’italiano è stato pilota dell’Aeronautica militare italiana dal 1986 al 2007 prima di essere reclutato come collaudatore alla Leonardo, ha insegnato a volare anche ai piloti statunitensi e nel 2002 ha vinto il "Flight Commander of the year", il premio come miglior pilota dell’anno.
L’inglese, ex formatore della Raf britannica, era miracolosamente sopravvissuto già nel 2019 ad una eiezione d’emergenza durante una simulazione di combattimento aereo in Qatar, paese al quale Leonardo dal 2019 all’inizio del 2022 sta consegnando alcuni di questi aerei. Tre anni fa il pilota britannico subì una frattura alla schiena e a un’orbita ."È del tutto prematuro formulare ipotesi sulle cause – spiegano dalla Leonardo –. Sull’M-346 c’erano un nostro pilota collaudatore e un istruttore di una società esterna. Il velivolo era decollato a valle dei controlli previsti, completati appena prima del decollo. Il piano di volo comprendeva test finalizzati a dimostrare specifiche capacità già collaudate nel corso di diversi voli effettuati in precedenza". Nei giorni scorsi, in effetti, lo stesso velivolo aveva eseguito missioni simili, in Puglia, ma anche proprio sulla stessa rotta di ieri, quando alle 11.35 è però saltato il contatto radio e la traccia dell’aereo è sparita dai radar. Oltre a un’inchiesta aperta dal procuratore capo di Lecco Ezio Domenico Basso, è stata avviata un’indagine con una commissione d’inchiesta interna a Leonardo e sono stati mobilitati pure gli ispettori dell’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo. I primi a lanciare l’allarme sono stati alcuni escursionisti che stavano salendo in vetta al Legnone.
«Abbiamo sentito il rombo di un jet che puntava dritto contro la montagna sotto di noi e abbiamo notato i paracaduti dei due piloti che si sono lanciati all’ultimo momento", hanno raccontato. Sono subito intervenuti i soccorritori di Areu con i tecnici del Soccorso alpino in eliambulanza e i vigili del fuoco con il loro elicottero. Gianpaolo è stato trovato appeso nel vuoto. Sono stati cinque uomini del Soccorso alpino della Valsassina a recuperare il superstite. Non sentiva nulla perché indossava il casco con le cuffie, era sotto shock e continuava a chiedere di Dave, il suo collega, che invece è morto sul colpo, precipitato sui rottami dell’aero schiantato.