
I carabinieri hanno avvistato l’uomo in difficoltà e l’hanno riportato a riva
Avrebbe trascorso la notte alla deriva, nella migliore delle ipotesi. Nella peggiore, e più probabile, sarebbe morto: o di ipotermia o travolto da uno dei tanti traghetti che solcano le acque al largo del lago di Como. Fortunatamente per lui i carabinieri del Servizio navale del Comando provincia di Lecco, di pattuglia a bordo della loro motovedetta, lo hanno incrociato, si sono accorti che era in difficoltà, lo hanno ripescato e salvato.
Il naufrago, poi tratto in salvo, è un kitesurfer di 37 anni finito in acqua al largo di Dervio a causa di un’improvvisa bonaccia. Indossava la muta e tutte le dotazioni di sicurezza, ha cercato di raggiungere la riva a nuoto ma non ci è riuscito perché troppo lontano. Stremato dalla fatica, appesantito dalla tavola e dalla vela da trascinarsi dietro è rimasto in balìa delle onde e della corrente. Ancora qualche decina di minuti e sarebbe tramontato il sole. Quando in lontananza ha notato l’imbarcazione dei carabinieri, con le poche forze rimaste ha cominciato a sbracciarsi e a urlare a squarciagola per attirare la loro attenzione: "Sono qui, sono qui! Aiutatemi per favore, aiutatemi!". I carabinieri di equipaggio, il brigadiere capo Roberto Molteni e l’appuntato con qualifica speciale Domenico Laganà, lo hanno abbordato. Hanno recuperato pure l’equipaggiamento. Quindi lo hanno riportato fino a riva, a Dervio.
Nonostante il freddo per essere rimasto a mollo a lungo e lo sfinimento, stava bene e ha deciso non fosse necessaria nemmeno una visita medica. Secondo i capitani dei battelli delle Navigazione del lago e anche gli altri marinai i kitesurfer sono diventati un problema poiché in tanti non rispettano le zone vietate.
Daniele De Salvo