DANIELE DE SALVO
DANIELE DE SALVO
Cronaca

La battaglia di Giuseppe, studente della Statale affetto da una forma di distrofia muscolare: "Il treno è un diritto di tutti"

Il giovane universitario di 22 anni: "Sono costretto a limitare gli spostamenti solo per gli esami o i laboratori"

Giuseppe Lanzillotti

Giuseppe Lanzillotti

Merate (Lecco) – La malattia non ha mai fermato Giuseppe. Nemmeno la carrozzina. I disservizi ferroviari invece sì. Giuseppe Lanzillotti è un ragazzo di 22 anni di Merate che soffre della sindrome di Duchenne, una forma di distrofia muscolare che lo costringe tra il resto in carrozzina. Studia alla Statale di Milano. Non ha mai permesso che la sua condizioni fisica lo definisca e nemmeno lo limiti: ottimi voti al liceo prima e all’università adesso, molti amici, lunghe escursioni all’aria aperta, tanti viaggi in Italia, l’impegno politico locale... Ma ora comincia ad accusare il colpo, anche a causa delle difficoltà che deve affrontare per andare in università e tornare a casa in treno e che stanno avendo ripercussioni sul suo stato di salute. I continui ritardi e le soppressione delle corse rendono poi ogni spostamento ulteriormente più complicato e disagevole per lui e per chi come lui soffre di disabilità motoria.

"Ormai prendo il treno soltanto in caso di esami o laboratori che richiedono la presenza, ma, in questi pochi casi non ricevo la giusta assistenza per la salita e la discesa dal treno in stazione a Cernusco Lombardone, dove non c’è una Sala Blu che invece sollecito dal 2022", racconta Giuseppe, che però non si arrende e ogni volta scrive a chi di dovere per informare dei suoi spostamenti.

"Eppure spesso mi è capitato di essere lasciato a terra o di non poter scendere nella stazione di riferimento", testimonia Giuseppe. Ciò comporta lezioni, laboratori ed esami saltati, continue telefonate per cambiare l’orario dei servizi di trasporto attrezzato e accompagnamento in ateneo, viaggi più lunghi al termine di giornate già faticose. "Tutto ciò ha un grande impatto su di me e sulla mia salute, tanto da obbligarmi appunto ridurre al minimo l’utilizzo del treno", denuncia Giuseppe. La sua richiesta è che in tutte le stazioni, non solo in quelle più grandi, si garantisca assistenza. "Pure nei piccoli centri comunali vivono persone con disabilità. Per la mancanza di assistenza in stazione e accessibilità dei treni dobbiamo rinunciare agli studi e al posto di lavoro?".