DANIELE DE SALVO
Cronaca

La biodiversità nei capoluoghi. Lecco e Varese da 8 in pagella. Bocciate tutte le altre città

L’analisi del suolo salvato dal cemento in Lombardia e delle specie che ancora lo abitano. Voto alto anche per Sondrio, sufficienza a Como. Pavia e Cremona sono le peggiori.

. iccolò Calandri, ceo di 3Bee nature-tech company che ha valutato i capoluoghi italiani in base al verde rimasto e all’habitat naturale che lo popola

. iccolò Calandri, ceo di 3Bee nature-tech company che ha valutato i capoluoghi italiani in base al verde rimasto e all’habitat naturale che lo popola

Un angolo di paradiso terrestre tra lago e monti nella regione più urbanizzata, cementificata e industrializzata d’Italia. È Lecco la città più naturale della Lombardia secondo i ricercatori della nature-tech company 3Bee. La classifica dei 112 capoluoghi di provincia italiani più naturali si basa sul parametro di abbondanza media di specie per uso del suolo indiretta, calcolato grazie all’integrazione con i dati satellitari e la definizione delle diverse categoria di sfruttamento del terreno. Si tratta di un indicatore che quantifica l’integrità della biodiversità locale e l’impatto delle attività umane sull’ambiente. Nonostante Lecco sia prima in Lombardia, è solo diciannovesima a livello nazionale. Sul podio regionale salgono poi Varese, in ventiseiesima piazza italiana, e, al terzo posto, Sondrio, ventinovesima in graduatoria assoluta. Medaglia di legno lombarda a Como, quarta in regione ma quarantottesima in Italia. Nella parte bassa della classifica, tutte gli altri capoluoghi: Mantova, quinta in Lombardia e sessantacinquesima in Italia; Monza sesta in regione e sessantasettesima a livello nazionale; Bergamo settima lombarda e settantatreesima italiana; Brescia, ottava in regione e ottantaduesima in Italia; Lodi decima lombarda e novantanovesima italiana. Milano è in coda, undicesima in Lombardia e novantottesima in Italia, ma prima sia di Pavia, undicesima in regione e in posizione numero 103 in Italia, sia di Cremona, il capoluogo meno naturale lombardo, maglia nera in dodicesima piazza regionale e tra i fanalini di coda italiani al posto 105 su 112. "La classifica mette in luce le città che si distinguono per la loro capacità di mantenere un ambiente ricco di biodiversità – spiega Niccolò Calandri, ceo di 3Bee –. Analizzando la top ten delle città capoluogo di provincia più naturali d’Italia, troviamo sul podio Isernia, Belluno Savona. Queste città sono situate in regioni che beneficiano di un’ampia copertura vegetale e di un basso livello di antropizzazione, elementi che contribuiscono a favorire il mantenimento della biodiversità". Le altre città più naturali sono L’Aquila e Ascoli Piceno che beneficiano della vicinanza a vasti parchi naturali, come quello del Gran Sasso e dei Monti Sibillini. La complessità morfologica delle aree circostanti, caratterizzate da montagne, ricca vegetazione e fiumi, contribuisce a preservare una diversità significativa di specie, mitigando le pressioni derivanti dall’urbanizzazione. E le città più grandi? La biodiversità è critica, come Milano. "Soffre particolarmente a causa della grande cementificazione e della scarsa copertura vegetale, elementi che riducono drasticamente la resilienza ecologica della città", spiegano da 3Bee. Rispetto al passato la situazione è peggiorata ovunque, perché il consumo di suolo è aumentato, mentre le specie diverse che popolano le città diminuiscono.