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La medicina del futuro Si torna a camminare con il robottino Agilik

Bosisio Parini, a “La Nostra Famiglia“ si sperimenta per la prima volta un esoscheletro indossabile che migliora il passo dei bimbi con paralisi .

La medicina del futuro Si torna a camminare con il robottino Agilik

Un robottino intelligente in grado di migliorare il cammino dei bimbi che non riescono a farlo da soli per paralisi cerebrale infantile. Si chiama Agilik la tecnologia sperimentata in questi giorni a “La Nostra Famiglia“ di Bosisio Parini, per la prima volta in Europa, un’ortesi robotica intelligente sviluppata da una piccola start up canadese, Bionic power.

La macchina è un esoscheletro indossabile che migliora la biomeccanica del passo nei soggetti affetti da “crouch gait“, cioè quell’andatura accovacciata caratterizzata da un’eccessiva flessione di anca e ginocchio che ed è uno dei problemi del cammino in bambini con paralisi cerebrale infantile. L’esoscheletro motorizzato può assistere o resistere al movimento durante il cammino, in modo da facilitare l’estensione del ginocchio. All’Irccs Medea il dispositivo verrà testato sui bimbi a partire dai 5 anni di età, i ricercatori vogliono esaminare le modifiche funzionali, cinematiche e di attivazione muscolare dell’arto inferiore durante la deambulazione con Agilik rispetto al cammino senza esoscheletro.

"Presso Astrolab, il laboratorio di robotica riabilitativa dell’Irccs Medea, abbiamo avanzate tecnologie di valutazione funzionale e di simulazione dei contesti reali in cui Agilik potrà essere testato in sicurezza per i pazienti pediatrici - spiega il professor Giuseppe Andreoni, responsabile dell’area di ricerca Innovazioni tecnologiche -. Affronteremo temi metodologici e tecnologici ad alta complessità, per una validazione strutturata di una innovazione che potrebbe avere un’importante ricaduta clinica". Il robot potrebbe diventare un valido strumento per la riabilitazione di bambini che in altri modi avrebbero poche speranze di riuscire a camminare. "Agilik potrebbe rappresentare una soluzione assistiva o riabilitativa per i bambini con paralisi cerebrale infantile che presentano un deficit di estensione al ginocchio - sottolinea la dottoressa Cristina Maghini, fisiatra responsabile dell’unità operativa Patologie neuromotorie del Medea -. Questo è proprio l’obiettivo del progetto".

Il dispositivo è per recuperare energia dal movimento passivo del ginocchio per aiutare i soldati a ricaricare le batterie durante la marcia, ma ora potrebbe migliorare la vita di moltissimi bambini. Roberto Canali