
La montagna fa paura Una pioggia di sassi dal San Martino "Come un terremoto"
di Daniele De Salvo
La terra che trema sotto i piedi, il boato che rimbomba e riecheggia tra le montagne da una parta all’altra del lago e una grande nuvola di polvere che inghiotte qualunque cosa incontra sulla sua rapida calata. "Sembrava un terremoto", raccontano sconvolti i testimoni. A scuotere la terra in un fragore e sollevare un polverone non è stata però una scossa tellurica, ma una frana. Ieri mattina intorno alle 11 dal versante sud-occidentale del Monte San Martino, altura simbolo di Lecco citata nei Promessi sposi insieme al Resegone, si è staccata scarica di grossi massi.
È successo all’altezza dell’Orsa Maggiore a Pradello, tra Lecco e Abbadia Lariana. Ha scatenato il panico tra villeggianti, turisti e bagnanti che affollavano le sponde del Lario, gli automobilisti in transito sulla Statale 36 e la Sp 72 e i climbers che stavano arrampicando proprio sulla parete da dove è verificato il distacco. "La frana è venuta giù alla sinistra della falesia Discoteca, senza fortunatamente coinvolgere gli scalatori", racconta Delfino Formenti, Delfix per tutti, 66 anni: è stato lui ad attrezzare e chiodare quella e almeno altre 500 vie di arrampicata sportiva. I centralinisti del comando provinciale dei vigili del fuoco di Lecco sono stati tempestati di telefonate. Si sono subito messi in moto i soccorritori del 115, i volontari del Soccorso alpino, i carabinieri, gli agenti della Polizia locale e i tecnici della Protezione civile provinciale, di Anas e di Rfi, per timore che il distacco avesse travolto la Superstrada e la massicciata della linea Lecco – Colico – Sondrio. Le apposite reti paramassi installate alle Caviate solo la scorsa estate hanno però retto all’urto, trattenendo tutti i detriti, nonostante siano state divelte in alcuni punti. Grazie alle protezioni nessuno è rimasto ferito e le infrastrutture viarie e ferroviarie non sono state nemmeno lambite dal crollo, tanto che la circolazione in 36 e dei treni non è stata interrotta. Per precauzione i geologi di Regione Lombardia hanno comunque programmato ulteriori ispezioni. "È stato evento imprevedibile", spiega Fabio Valsecchi, responsabile della Provincia di Lecco della Protezione civile, della Viabilità e dei Trasporti.