REDAZIONE LECCO

La seconda vita dei Piani d’Erna dopo l’addio alle piste da sci

Ai Piani d’Erna, sopra Lecco e a due passi da Milano, hanno imparato a sciare migliaia di lombardi. Chignolo, Roccia,...

Ai Piani d’Erna, sopra Lecco e a due passi da Milano, hanno imparato a sciare migliaia di lombardi. Chignolo, Roccia,...

Ai Piani d’Erna, sopra Lecco e a due passi da Milano, hanno imparato a sciare migliaia di lombardi. Chignolo, Roccia,...

Ai Piani d’Erna, sopra Lecco e a due passi da Milano, hanno imparato a sciare migliaia di lombardi. Chignolo, Roccia, Teggia, Bocca 2 sono i nomi degli skilift che portavano in cima alle piste centinaia e centinaia di appassionati ogni weekend d’inverno nel periodo d’oro tra gli anni ’70 e ’90. Poi la località è passata di moda e la crisi climatica ha assestato il colpo di grazia finale: l’ultimo impianto di risalita è stato spento nel 2005 e quel che ne restava è stato smantellato nel 2020. I Piani d’Erna rischiavano di scomparire, sciolti come la neve al sole che ormai non cade più. Una seconda vita però sta rinascendo ai Piani d’Erna, 1.300 metri di quota, dove si arriva solo in funivia o a piedi.

"Prima qui venivano soprattutto gli sciatori d’inverno e gli alpinisti d’estate – racconta Carlo Valsecchi, 37 anni, residente a Erna da quando ne aveva due, gestore di uno storico bar-ristorante, una delle poche attività rimaste –. Gli sciatori sono stati sostituiti da escursionisti stranieri, milanesi, brianzoli che vogliono trascorrere una giornata nella natura con un posto comodo dove mangiare e bere". Il sabato arrivano un migliaio di persone, la domenica di più, fino a 1.100: meno delle 1.600 di quando si sciava, ma non poche. "Ma all’epoca c’erano almeno 5 attività commerciali, le piste da sci e poi diverse iniziative". Concude il ristoratore: "Forse qualche evento in più aiuterebbe anche oggi". E servirebbe magari anche una strada di servizio per chi a Erna abita e lavora, come Valsecchi: la funivia chiude alle ore 17 e non c’è altro modo di spostarsi rapidamente, nemmeno in caso di emergenza.

Daniele De Salvo