DANIELE DE SALVO
Cronaca

La strage misteriosa, intossicato dall’urea il gregge del Monte Barro: “Pecore avvelenate dal fertilizzante”. Il pastore: io sotto attacco

Galbiate, l’Ats ha determinato la causa della morte degli animali. Per il pastore Mauro Farina si è trattato di un atto deliberato

Il pastore Mauro Farina ha perso oltre 500 tra pecore e capre nella transumanza sul Monte Barro

Il pastore Mauro Farina ha perso oltre 500 tra pecore e capre nella transumanza sul Monte Barro

Ha un nome il killer delle 500 pecore e capre sterminate a fine settembre sul Monte Barro durante la transumanza dalla Valsassina alla Brianza. Si chiama urea. È, tra il resto, anche un fertilizzante, che viene sparso sui terreni da concimare. A individuare la sostanza letale con cui il gregge del pastore di 36 anni di Molteno Mauro Farina è stato sterminato sono stati gli specialisti dell’Istituto zooprofilattico della Lombardia del laboratori di Sondrio, insieme ai veterinari di Ats della Brianza. Gli accertamenti e le contro-analisi di verifica hanno richiesto tre settimane di tempo, ma adesso non sussistono più dubbi. "Gli esiti analitici degli animali deceduti e dei prelievi effettuati sugli animali superstiti, hanno evidenziato la quasi certezza di avvelenamento causato da urea, una molecola chimica di origine organica, normalmente presente in commercio in quanto fertilizzante utilizzato in agricoltura", spiegano da Ats della Brianza.

Il caso però non è affatto risolto. Non si sa ancora se si sia trattato di una strage voluta, magari per gelosia o nell’ambito di una guerra per l’utilizzo dei pochi pascoli rimasti, oppure di un incidente. L’ipotesi più plausibile sembra la prima, quella dell’avvelenamento di proposito, come denunciato fin dall’inizio dall’allevatore, ridotto sul lastrico, perché ha perso la sua fonte di sostentamento oltre che la sua ragione di vita, cioè il suo gregge per il quale aveva rinunciato a un posto di lavoro sicuro in fabbrica.

"Non sembra che gli animali abbiano attraversati terreni coltivati – evidenziano infatti sempre da Ats della Brianza -. Il percorso è stato dichiarato all’interno del Parco regionale del monte Barro, ma non è comunque possibile determinare se trattasi di avvelenamento accidentale o doloso".

Intanto in molti hanno risposto e continuano a rispondere all’appello di Mauro per aiutarlo a ricostruire il suo sogno e ricostituire il gregge che non ha più. In questi giorni grazie all’appello rimbalzato sui social sono stati donati e raccolti più di 15mila euro. Toccherà eventualmente ai carabinieri della Forestale o agli agenti della Polizia provinciale tentare di risolvere il mistero e individuare l’eventuale assassino di capi di bestiame.