DANIELE DE SALVO
Cronaca

La Valsassina che disse “no”: consegnate medaglie d’onore a chi si oppose al nazifascismo

Consegnata a Giuseppe Invernizzi, nipote di Filippo Goretti, la Medaglia d’onore riservata ai deportati e internati nei lager

La Valsassina che disse no. Consegnate medaglie d’onore a chi si oppose al nazifascismo

Introbio, 28 settembre 2023 – Filippo aveva 17 anni quando il 20 marzo 1944 arrivò nel campo di sterminio di Mauthausen e ne aveva compiuti da poco 18 quando sette mesi dopo venne ucciso il 23 ottobre.

Filippo Goretti, nato a Ballabio il 26 maggio ‘26, era un operaio alla Rocco Bonaiti di Castello a Lecco. Ha pagato con la vita la partecipazione al grande sciopero del 7 marzo, quando, alle 10 del mattino, al suono della sirena che scandiva la prova quotidiana dell’allarme aereo, lui con tutti i suoi colleghi e i lavoratori della Badoni, della File, del Caleotto e di molte altre aziende di Lecco e provincia incrociarono le braccia. Nelle altre aziende dopo un paio d’ore le tute blu tornarono al lavoro, alla Bonaiti no.

Per questo nel pomeriggio le camice nere piombarono in fabbrica e arrestarono 21 uomini e 5 donne, ritenuti i capi della rivolta: tra l’oro c’era appunto Filippo, ma anche Giuseppe Pino Galbani, uno dei pochi tornati a casa – morto poi il giorno di Natale del 2016 all’età di 90 anni -, a differenza del giovanissimo Filippo, ucciso nel lager con la matricola numero 58919 marchiata a fuoco sul braccio. Ieri, nella sala consiliare di Villa Migliavacca a Introbio, a Giuseppe Invernizzi, nipote di Filippo, il prefetto di Lecco Sergio Pomponio ha consegnato postuma la Medaglia d’onore riservata ai deportati e internati nei lager.

Ne ha consegnate pure altre 8 agli eredi di altrettanti deportati: “I valsassinesi si sono distinti per eroismo durante la Seconda guerra mondiale e hanno pagato più di altri la loro opposizione al nazifascismo per numero di caduti e deportati”. Sono stati più di 400 i valsassinesi deportati, 47 mai tornati a casa, come il giovanissimo Filippo.

Alla cerimonia hanno partecipato i sindaci della zona, i vertici delle forze dell’ordine, gli studenti di terza media e Angelo Pavoni e Giuseppe Augusto Amanti, presidente e vice dell’Anpi della Valsassina che hanno ricostruito le storie di tutti deportati valsassinesi.

Il giorno prima a Lecco sono state consegnate invece altre 12 Medaglie d’onore.