DANIELE DE SALVO
Cronaca

La vetta è a un passo. L’impresa di Luigi: ora sono sicuro domerò il Kilimangiaro

Il quattordicenne con disturbo dello spettro autistico ha raggiunto quota 4.720 metri con il suo coach bellanese.

Il quattordicenne con disturbo dello spettro autistico ha raggiunto quota 4.720 metri con il suo coach bellanese.

Il quattordicenne con disturbo dello spettro autistico ha raggiunto quota 4.720 metri con il suo coach bellanese.

OGGIONO (Lecco) Non hanno raggiunto la vetta, ma hanno lo stesso compiuto un’impresa eccezionale. Luigi è infatti arrivato al terzo campo, a 4.720 metri di altezza sul Kibo, il Kilimangiaro, che con i suoi 5.895 metri è il monte più alto del Continente nero. Luigi Degli Occhi è un quattordicenne di Milano con un grave disturbo dello spettro autistico a basso funzionamento, che a parole non riesce a comunicare quasi con nessuno e che fino a qualche mese fa nemmeno sapeva cosa significasse camminare in montagna. "Sono contentissimo – ha detto –. Voglio riprovarci". Per gli accompagnatori, in un’altra stagione più favorevole per le condizioni e magari lungo un altro sentiero più lungo che permette un miglior ambientamento, Luigi ha sicuramente tutte le potenzialità per portare a termine ciò che questa volta non è riuscito a concludere. Oltre alle guide con lui, un migliaio di metri appena sotto il tetto d’Africa, c’era Massimo Magnocavallo, il suo coach, sessantaduenne di Bellano che abita a Oggiono, fondatore e presidente dell’associazione ISupersportivi, che trasforma l’attività motoria in terapia di abilitazione. È lui l’artefice del percorso di crescita umana e fisica oltre i suoi limiti di Luigi. "Luigi era in forma strepitosa – racconta –. Abbiamo però deciso di rientrare tutti e tre al campo 2 a 3.700 metri perché la cresta ed il versante di salita erano ghiacciati ed era impossibile progredire in sicurezza. Siamo stanchi, ma felici, perché è stata comunque una bellissima esperienza e abbiamo raggiunto il nostro obiettivo".

Della cordata ha fatto parte anche Alberto Locatelli, fotografo professionista lecchese di 68 anni, ex volontario del Soccorso alpino, che ha documentato l’ascesa. "Certo, spiace non essere arrivati in cima, ma è stato lo stesso stupendo – confida –. Luigi mi ha stupito e mi ha aiutato a compiere ciò che non credevo che sarei stato in grado di fare". Una volta tornati a valle, Luigi, Massimo e Alberto si concederanno un safari fotografico al Serengeti Park, un premio per Luigi che è un esperto di animali e piante, di cui conosce tutti i nomi e tutte le caratteristiche, con una memoria enciclopedica visiva che pochi hanno ricevuto in dono.

Poi, il rientro in Italia, dove ad attenderli c’è Cesare, il papà di Luigi. "Questa è stata la tappa più importante del percorso di crescita intrapreso da mio figlio – commenta papà Cesare –. Luigi fra le cime pare trasformato".