DANIELE DE SALVO
Cronaca

Lago di Como, in acqua senza tutele: troppi turisti e pochissimi bagnini. Per questo si muore

Bellano e Colico sorvegliano le spiagge, ma solo nel week-end. Il soccorritore: “Quando uno affoga non può aspettare 20 minuti”

Soccorritori sul lago di Como

Soccorritori sul lago di Como

Mandello del Lario (Lecco) –  Tanti bagnanti e persone in acqua in barca, motoscafi, traghetti, kite e windsurf, ma pochi bagnini sul lago di Como. Nonostante il lago quest’estate sia affollato come non mai, sul ramo lecchese, quotidianamente preso d’assalto da villeggianti, turisti, persone in fuga dalle città, residenti che vogliono godersi il loro "piccolo mare" sotto casa, le uniche spiagge con un presidio fisso almeno durante i week-end sono quelle di Bellano e di Colico.

A Bellano ci sono i bagnini a due e quattro zampe dell’Associazione cinofila di salvataggio nautico. A Colico ci sono gli Amici di Claudio, associazione fondata nel 2008 da mamma Patrizia Gobbi per cercare di impedire che altri ragazzi anneghino, come invece successo il pomeriggio del 12 luglio 2007, a suo figlio Claudio che aveva 15 anni appena, solo qualcuno in più della piccola Fatou, l’undicenne senegalese di Bulciago affogata il pomeriggio di Ferragosto a Mandello del Lario.

Altrove invece non ci sono bagnini, neppure durante i fine settimana. La sicurezza e l’incolumità di migliaia di persone è affidata esclusivamente ai vigili del fuoco del comando provinciale di Lecco, gli unici in servizio e in grado di intervenire h24 365 giorni su 365, ai carabinieri del Servizio navale di Lecco e ai finanzieri del Reparto operativo aeronavale di Como, però solo quando sono di pattuglia e ai soccorritori di Areu un caso di emergenza. Per il resto ci sono i volontari di alcune associazioni, come la Guardia costiera ausiliaria, gli Opsa della Croce rossa lecchese e i soccorritori del Soccorso bellanese che dispongono di mezzi acquatici e idroambulanze: si tratta tuttavia appunto di volontari che non possono garantire presenza costante senza risorse adeguate.

«Più siamo a presidiare il lago, meglio è – spiega Paolo Rusconi, presidente del Soccorso bellanese -. Quando uno affoga, non può aspettare venti minuti per essere recuperato e salvato. Noi, come tanti altri soccorritori qualificati volontari, siamo disponibili". Probabilmente basterebbero e avanzerebbero i soldi necessari per far decollare un paio di volte un’eliambulanza o quelli utilizzati per finanziare uno spettacolo pirotecnico sul lago, per organizzare un servizio capillare e costante di salvataggio in acqua.