DANIELE DE SALVO
Cronaca

Lancio con il paracadute a 80 anni "È il mio regalo di compleanno"

Costantino Scopel, fondatore del sodalizio Il Granaio, ha sempre avuto la passione per il volo. Finora non era riuscito a coronare il suo sogno nonostante avesse conseguito un brevetto di pilota

LOMBARDONE

di Daniele De Salvo

Da piccolo sognava di diventare un parà. Ci ha pure provato, ma i casi della vita alla fine lo hanno portato un poco per scelta un poco per obbligo a riporre il sogno di bambino in un cassetto. All’alba degli 80 anni, anzi dei "primi 80 anni" come tiene a precisare con un pizzico di scaramanzia, Costantino Scopel ha però riaperto il cassetto dei desideri e come regalo di compleanno si è autoregalato un lancio in paracadute, anzi due. Ha sempre avuto la passione del volo Costantino, che abita a Cernusco Lombardone ed è il fondatore dell’associazione e della struttura Il Granaio di Paderno d’Adda per persone con gravi disabilità con genitori anziani, tra cui suo figlio.

Del resto è originario di Varese, terra di volo, con gli aeroporti di Vergiate per i velivoli dell’Augusta e di Venegono dell’Aermacchi, o l’aviosuperficie di Calcinate per gli alianti. A 17 anni aveva pure conseguito il brevetto di pilota di primo grado per volare da solo: "Avrei voluto proseguire, ma ci volevano tanti soldi che non avevamo perché i miei erano contadini", racconta.

Ha allora ripiegato sul paracadutismo: "Ho provato qualche lancio". Ci voleva fegato, i paracaduti erano quelli rotondi da militari, con la calotta a cupola che non si riescono a governare e non rallentano nemmeno troppo la discesa. Pure per il paracadutismo però occorrevano soldi; confidava di essere arruolato a naia nella Folgore, invece lo hanno spedito in cavalleria. Quando magari avrebbe potuto permettersi di pagarsi un corso e l’attrezzatura sono arrivati il lavoro in giro per il mondo, la famiglia e il figlio con disabilità: "Così non ho combinato nulla", spiega senza rammarico.

Allo scoccare degli 80 anni gli è tuttavia tornata all’improvviso la voglia: detto e fatto. Dopo il primo lancio i responsabili della scuola di paracadutismo a cui si è rivolto gli hanno regalato loro un secondo salto. "Dedico i lanci a tutti coloro che mi hanno sopportato, agli amici che mi hanno aiutato, alle persone che mi hanno amato – confida – E alla mia Stella". Che purtroppo non c’è più, ma che non lo ha mai lasciato, perché è rimasta sempre con lui nel suo cuore, anche quando si è lanciato da 5mila metri d’altezza e ha finalmente realizzato il suo sogno da bambino.