REDAZIONE LECCO

L’antenna contestata. Ricorso al Tar dopo le firme

Lierna, il caso è finito anche a Palazzo Madama

Lierna, il caso è finito anche a Palazzo Madama

Lierna, il caso è finito anche a Palazzo Madama

Prima le firme per una petizione, poi il ricorso ai giudici del Tar. È cominciata la rivolta dei liernesi ma non solo contro il ripetitore per cellulari vista lago spuntato all’improvviso, all’insaputa di tutti, anche del sindaco, lungo il Sentiero del viandante. È un traliccio alto una trentina di metri, che deturpa irrimediabilmente uno dei paesaggi e degli skyline più belli del lungolago di Como, tra l’altro lungo un percorso, il Sentiero del viandante appunto, che è stato il primo ad essere certificato dai cultori del Touring Club Italiano. Per chiedere di spostare l’antenna altrove, in un punto meno impattante, i residenti della frazione di Genico, dove il ripetitore è stato impiantato, hanno lanciato una sottoscrizione online, già firmata da centinaia di persone. "Nessuna informazione preventiva ai cittadini – denuncia i firmatari -. L’istruttoria relativa alla gestione della pratica, è passata quasi interamente come "silenzio assenso". Non intendiamo darci per vinti e abbiamo deciso di ricorrere ai giudici del Tar affinché l’antenna 5G sia rimossa e spostata altrove, in un luogo di minor azione impattante". A tirare le fila della protesta sono i volontari dell’associazione Su la testa. Per pagare le spese legali è stata avviata anche una raccolta fondi. Sul caso a Palazzo Madama pende pure un’interrogazione parlamentare ai ministri dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin e della Cultura Alessandro Giuli presentata dal senatore Tino Magni (nella foto) di Alleanza Verdi Sinistra. "Un’opera – sostiene il senatore - che per le sue dimensioni rappresenta uno sfregio a una zona di straordinaria bellezza paesaggistica e collocata sullo storico Sentiero del viandante".

D.D.S.