Lecco, 18 maggio 2015 - Era il 14 aprile del 2011, il giorno del suo 39esimo compleanno e, appena sceso dall'aereo che l'aveva portato in Italia per una serata alpinistica nel Lecchese, Dean Potter aveva chiesto subito di farsi accompagnare su una delle cime che sovrasta Lecco: voleva festeggiare lanciandosi con la tuta alare e volare sul lago. Sono in molti a Lecco ora a ricordare lo scalatore americano morto durante un volo di wingsuit nella Yosemite Valley: Dean, un fuoriclasse umile e selvaggio nonostante la notorietà. Era conosciuto in tutto il mondo per le sue salite oltre i limiti. Limiti che continuava a superare con i suoi progetti. Fabio Palma e alcuni amici lo avevano accompagnato, fra mille dubbi, sul Forcellino, la grossa parete che sovrasta la bastionata del lago. Dean lanciò un sasso nel vuoto, vestì la tutta alare, fece il conto alla rovescia e si lanciò nel vuoto. Gli altri rimasti a guardare da lassù tennero il fiato sospeso. A qualcuno partì una parolaccia. Poi Dean atterrò tranquillo nel parcheggio della discoteca sul lago.
CronacaQuando Dean Potter saltò sul lago di Como