Lecco, 18 giugno 2023 – Il Lecco torna in B dopo cinquant’annni tondi tondi e la città e i suoi tifosi festeggiano un traguardo storico, inimmaginabile ad inizio stagione e proprio per questo ancora più bello perché conquistato da “under-dog”. Una festa iniziata allo stadio e continuata in piazza Garibaldi, e nella notte dei pub della città.
Il cammino
Chi avrebbe mai detto che la squadra di Luciano Foschi sarebbe riuscita a sbarazzarsi, nei playoff, messo in fila squadre e “piazze” ben più avvezze a certi palcoscenici: Ancona, Pordenone, Cesena e infine Foggia che con i suoi 150mila abitanti e un recentissimo passato in cadetteria partiva da netta favorita?
Lo score finale, tra andata e ritorno, parla di un 5-2 difficilmente contestabile anche da chi si è appellato a presunti arbitraggi “di parte”. Il Lecco “operaio” senza grandi nomi è semplicemente stato superiore ed è riuscito a tornare là dove mancava da mezzo secolo. Davide ha battuto Golia.
Il declino
Mezzo secolo di delusioni per la città, cresciuta e arricchitasi sì con la vergella ma destinata a un doloroso declino calcistico dopo le tre stagioni in serie A, negli anni Sessanta, con il presidentissimo Mario Ceppi.
Un lento declino culminato negli anni Ottanta con la discesa nell’allora Interregionale. Anni bui, di trasferte nella nebbia padana: poche gioie e tante amarezze, come gli spareggi persi con la bestia nera Leffe.
Il crac
Il ripescaggio in serie C2 e il ritorno in serie C1 (finale playoff contro la Pro Sesto, 1997) sono stati solo una momentanea boccata d’ossigeno per il popolo bluceleste, che qualche anno più tardi (2002) avrebbe dovuto subire comunque l’onta del fallimento con cancellazione dal calcio professionistico.
Tabula rasa, squadra costretta a cambiare nome e ripartire dall’Eccellenza con l’allora sindaco Lorenzo Bodega come presidente. Un altro medioevo ma ci si rimbocca le maniche con una nuova scalata verso l’alto: serie D, fino al ripescaggio in C1 (2008).
Joseph Cala
Alle latitudini manzoniane però le amarezze calcistiche sono sempre dietro l’angolo e il 2012 e l’anno del faccendiere italo-americano Giuseppe "Joseph" Cala che parte sbandierando la quotazione del club alla Borsa di New York ma dopo soli quarantadue giorni lascia una società sull’orlo della bancarotta.
Il salvataggio
Per salvare la gloriosa società nata nel 1912 da una costola dell’ultracentenaria Canottieri Lecco si mobilita la società civile : la proprietà passa nelle mani della “Cento Bluceleste”, formata da imprenditori lecchesi, sotto la presidenza di Antonio Rusconi. da lì in poi sono anni di sofferenze, ci si barcamena fino alla giornata di oggi. Una giornata di festa per una città intera che a distanza di mezzo secolo torna in B.
La festa
“C’è un grande prato verde dove nascono speranze, speranze che infiammano il cuore e illuminano i nostri colori”, recitava lo striscione apparso in Curva Nord – il settore del tifo bluceleste –prima della gara.
Questa volta il prato verde del Rigamonti-Ceppi, con il Resegone sullo sfondo, ha trasformato quella speranza, quel sogno in realtà e il popolo bluceleste ora può godersi finalmente una meritatissima promozione dando un calcio ad anni di delusioni. E allora non deve stupire se qualche lacrima sia scesa anche qui tra i lecchesi, gente dura abituata a lavorare il ferro eppur innamorati di quella società che calcò anche i campi di A.