Lecco, 17 novembre 2016 - Casa, dolce casa. Nonostante la crisi economica a Lecco e provincia il mattone per fare cassa e tirare a fine mese non si tocca. Contrariamente a quanto avviene nel resto della Lombardia, dove in molti hanno deciso di disfarsi della nuda proprietà della casa per intascare i soldi con cui provare a sopravvivere, sulle sponde di "quel ramo del lago di Como che volge a mezzogiorno" le operazioni immobiliari di comparvendita appunto della nuda proprietà, cioè la vendita del proprio immobile mantenendo per se stessi il diritto di abitarci per tutta la vita, sono crollate del 18,2%. Nel 2015 ne sono state perfezionate solo 94.
Non così invece dall'altra parte del Lario: a Como si è registrato un incremento del 21,7%. Ma lo stesso è accaduto praticamente ovunque con il +27,6% a Mantova, il + 17,5% a Pavia, + 4,8% a Lodi, + 4,6% a Milano e il + 4,4% a Bergamo. Il fenome risulta in controtendenza solo appunto a Lecco e poi a Brescia, sebbene di poco, Cremona e Sondrio. I dati sono stati elaborati dagli esperti del portale Casa.it sulla base delle cifre fornite dai funzionari dell'Agenzia delle entrate.
"Necessità e difficoltà economiche da un lato, vantaggi e opportunità dall'altro - spiegano proprio da Casa.it -. E' la doppia faccia della nuda proprietà, che fotografa lo spaccato sociale del nostro Paese, perché consente ai proprietari di avere disporre della liquidità derivante dalla cessione dell'immobile pur continuando a viverci e, a chi vuole investire, di comperare unità immobiliari a prezzi inferiori a quelli di mercato". "Chi decide di mettere in vendita la sua casa con la formula della nuda proprietà nel 70% dei casi lo fa perché, trovandosi in difficoltà economica, ha la possibilità di avere liquidità immediata per mantenere un certo tenore di vita, nel 22% dei casi per far fronte ad esigenze legate all'avanzare dell'età o per sostenere i figli e nell'8% perché, non avendo eredi, si decide di regalarsi una sorta di pensione integrativa per migliorare la qualità della propria vita", aggiunge Alessandro Ghisolfi, responsabile del Centro studi di Casa.it.
A Lecco dunque o la crisi economica morde meno, o sussistono altre opportunità per ottenere liquidità, oppure, per mentalità, cultura e tradizione, il mattone continua ad essere considerato un investimento a cui non rinunciare mai, nemmeno in caso di forte difficoltà.